Censurato lo spot social di Amica Chips in chiesa creato da un padovano: "E' blasfemo"
La mente dietro la campagna delle polemiche è quella di Lorenzo Marini, pubblicitario 66enne originario di Monselice
Uno spot che "offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti". Con queste parole l'Aiart (Associazione Italiana Telespettatori) ha richiesto la sospensione immediata del recentissimo spot di Amica Chips realizzato in una chiesa. Una polemica che è stata subito accolta dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), la quale ha censurato la pubblicità della patatina nel luogo di culto cattolico perché "in contrasto con l’art. 10, quello sulle 'Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona' del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale".
A finire nell'occhio del ciclone, tuttavia, non è stata la versione dello spot che va in onda in tv, ma bensì quella dedicata ai social, pubblicata sul canale YouTube e Instagram dell'azienda. Ma di chi è stata l'idea di questo filmato che ha destato non poche contestazioni? La mente dietro alla pubblicità della patatina in chiesa di Amica Chips è padovana, ossia quella di Lorenzo Marini, 66enne originario di Monselice.
Censurato lo spot di Amica Chips in chiesa dopo la protesta di Aiart
Con un comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale, l'Aiart (Associazione Italiana Telespettatori) ha avanzato la sua protesta contro l'ultimo spot realizzato da Amica Chips, azienda produttrice di patatine con sede a Castiglione delle Stiviere (Mantova), che è stato reso pubblico sui suoi canali YouTube e Instagram.
Nel dettaglio la pubblicità mostra un gruppo di suore novizie che, con in sottofondo l’Ave Maria di Schubert, si dirigono verso l’altare della chiesa di un convento per ricevere la comunione. Al posto dell’ostia, però, una delle suore le ha sostituite con le patatine che il sacerdote distribuisce alle novizie. Nel frattempo la stessa suora che ha scambiato l'ostia con le patatine le mangia direttamente dal sacchetto. Lo spot è poi accompagnato dallo slogan “Amica Chips il divino quotidiano”. Qui di seguito ecco il post finito al centro delle proteste.
Nei giorni scorsi, come detto, l'Aiart ha polemizzato su questa pubblicità richiedendone l'immediata sospensione perché considerata blasfema.
"Offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata - ha dichiarato Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart - Uno spot definito inaccettabile e segnalato dall’Aiart all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria in quanto 'contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale'.
E’ la spia di una sensibilità sociale ed indifferenza etica che non contraddistingue soltanto il comportamento di una azienda e di un pubblicitario. Ci si appella al politically correct e alla cancel colture ma solo contro la religione cristiana ( ma solo quella) ci si sente autorizzati a qualsiasi obbrobrio?
Lo spot di Amica Chips è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell’ incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare - prosegue il presidente Baggio - L’offesa al sentimento religioso di qualunque confessione, conclude l’associazione cittadini mediali, è la spia della mancanza di rispetto nei confronti degli utenti, della loro identità culturale e morale, della loro dignità di persona. Strappare, come fa il nuovo spot di Amica Chips , un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità".
Lo spot viene censurato
A poche ore di distanza dalla segnalazione, è arrivata la risposta dell'Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) che ha deciso di accogliere l'istanza presentata dall'Aiart.
Il Comitato di controllo, infatti, "ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’art. 10, quello sulle 'Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona' del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, secondo il quale la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose".
Nelle motivazioni della sua decisione, il Comitato spiega:
"Il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come 'il divino quotidiano', e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso".
Lo IAP fa riferimento anche a precedenti decisioni del Giurì, secondo cui l’articolo 10 del Codice tutela la sensibilità dei consumatori:
"I consumatori hanno il diritto di non essere urtati nelle più profonde convinzioni da campagne pubblicitarie che essendo strumentali ad interessi di natura prettamente economica non devono confliggere con valori tendenzialmente assoluti e di rango superiore tra i quali un posto di primissimo rango compete alle convinzioni religiose, che il Codice di Autodisciplina protegge non già come un bene della collettività italiana o della sua maggioranza, bensì, in armonia con la Costituzione e sulla scia della concezione “liberale” della tutela del sentimento religioso come un bene individuale, che viene riconosciuto, in modo assolutamente paritario, a tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta fra le possibili opzioni religiose".
Uno spot creato da un padovano
Lo spot, quindi, è stato censurato. Anche per i social, inizialmente, l'azienda è dovuta ricorrere alla versione che viene passata in televisione dove non appare evidente il parallelismo tra la patatina e l'ostia. In seconda battuta, però, Amica Chips ha deciso di eliminarlo completamente, non mandandolo nemmeno più in onda. Ecco il comunicato ufficiale:
Come vi abbiamo anticipato in apertura, la mente che ha "congeniato" questa campagna pubblicitaria finita nell'occhio del ciclone è stata quella di Lorenzo Marini, pubblicitario, scrittore e artista classe 1958 originario di Monselice, in provincia di Padova, che è a capo dell'omonima agenzia.
Dopo gli studi artistici e la laurea in Architettura a Venezia nel 1980, lavora presso alcune agenzie pubblicitarie italiane: Ogilvy, Leo Burnett, Canard e Gruppo Armando Testa. Nel 1997 fonda la Lorenzo Marini & Associati, agenzia con sedi a Milano e Torino e che nel 2010 apre una sede a New York. Nella sua carriera da art director viene insignito di oltre 500 premi nazionali e internazionali, tra cui il Leone d'Oro di Cannes al Festival internazionale della pubblicità per la campagna Agnesi nel 1985.
Intervistato dal Corriere della Sera, Marini ha dichiarato che l'idea della patatina accostata all'ostia è nata dal fatto che dopo il celebre spot profano di Amica Chips con Rocco Siffredi, ha voluto realizzare qualcosa che fosse all'opposto e quindi sacro. Da qui la scena in chiesa. Secondo il suo ideatore il messaggio dello spot non è affatto blasfemo, ma anzi richiama purezza, ingenuità e spensieratezza senza alcun tipo di malafede.
In queste ore, anche Giuseppe Cruciani, conduttore del celebre programma radio "La Zanzara" a Radio24, si è espresso così sulla vicenda, difendendo Amica Chips contro la censura del suo spot.
"Una azienda, una grande azienda che si chiama Amica Chips decide di fare una campagna pubblicitaria geniale, mettendo in mezzo delle suore. Era chiaramente una provocazione, e cosa succede? Che saltano addosso tutti. Questa pubblicità è stata bloccata da un’associazione, da un istituto di autodisciplina pubblicitaria perché ‘La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose’. Non si può fare una pubblicità con una suora cui viene messa in bocca una patatina perché si offende. Ma dai! Che paese!”.