La tragedia a San Pietro in Gu

Bimbo morto in piscina, la bagnina 22enne ci ha provato fino alla fine

Purtroppo, nonostante la prontezza di riflessi della giovane, il piccolo è deceduto qualche ora più tardi nel reparto di Pediatria.

Bimbo morto in piscina, la bagnina 22enne ci ha provato fino alla fine
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Purtroppo è stata una questione di minuti. Pochissimi, si calcola tra i quattro e i cinque minuti. Questo il lasso di tempo che avrebbe portato alla morte il piccolo Christian Menin, ieri, nella piscina comunale di San Pietro in Gu. Una tragedia, però, che per certi versi resta ancora inspiegabile. Di certo c'è solo il dolore, immenso, dei famigliari, che non hanno potuto salvarlo. E c'è anche il coraggio, la prontezza di riflessi, la disperata corsa della prima persona che l'ha soccorso, una 22enne vicentina. Ci ha provato fino alla fine, ma è stato tutto vano. Il piccolo Christian di sei anni e mezzo, era residente a Limena in provincia di Padova, è deceduto alle 14.20 nel reparto di Pediatria. Una tragedia, quella consumata ieri mattina, che è avvenuta nell'affollata piscina comunale gestita da una società di Borso del Grappa, su cui ora si cercherà di fare chiarezza.

Bimbo morto in piscina, la bagnina 22enne ci ha provato fino alla fine

L'allarme è scattato pochi minuti prima delle 13. E' stata una bagnina a notare il bombo galleggiare nella piscina centrale dell'impianto. Una vasca non particolarmente alta, con un livello di un metro e venti. La sua esperienza le ha permesso di capire immediatamente che non stava giocando. E l'ha trascinato a bordo vasca.

La corsa del Suem

In quel momento sono scattate subito tutte le manovre salvavita, anche sfruttando il defibrillatore in dotazione. Nel frattempo, come da protocollo, è partita la chiamata ai soccorritori del Suem, giunti in loco con l'elicottero. Insieme al piccolo c'erano i genitori che sono rimasti lì con lui per quasi un'ora. Ma dopo, purtroppo, una volta in ospedale, si è dovuta dichiarare la morte del bambino.

Indagano i Carabinieri

Tutto quello che si poteva fare è stato fatto, hanno garantito i responsabili della sicurezza della struttura. Ma il bimbo era rimasto per troppo tempo in acqua. Sembra che il piccolo stesse giocando con un amichetto. Ma non è ancora chiaro come sia potuto accadere. Forse un malore. Ma saranno i Carabinieri di Carmignano di Brenta e i colleghi della Compagnia di Cittadella a far luce sulla tragedia. L'impianto è stato posto sotto sequestro.

L'autopsia per chiarie la causa del decesso

E sono stati sentiti i bagnini che hanno estratto Christian dall'acqua. Prima tra tutti S.M. la 22enne di Bressanvido: la giovane, infatti, ha tentato di tutto pur di salvare il bambino. Ora verrà avviata un'indagine e probabilmente, anche se ancora non vi è certezza, si eseguirà un'autopsia sul corpo del piccolo, per chiarire la causa della morte. Al momento ci sono solo ipotesi: un malore per una congestione, oppure un arresto cardiocircolatorio, un difetto congenito.

Tanti gli elementi da verificare

I militari dell'Arma, prima di tutto, dovranno verificare se i dispositivi di sicurezza dell'impianto fossero a norma, e se i bagnini intervenuti fossero abbastanza preparati. C'è da valutare anche se il numero di soccorritori fosse adeguato al numero di bagnanti presenti. Una domanda, ovviamente, sta circolando tra tutti: la tragedia si poteva evitare? Difficile a dirsi, anche perché il piccolo era accompagnato dai genitori, e in questi casi, basta anche un secondo di disattenzione per fare la differenza tra la vita e la morte.

Migliaia di messaggi di cordoglio

Sulla vicenda è intervenuto, come riporta il Corriere, anche il sindaco di Limena, Stefano Tonazzo, che ha riferito del dolore e della profonda disperazione dei genitori del piccolo. Una famiglia molto conosciuta a Limena quella dei Menin, che ha ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà non appena si è appreso il dramma infinito consumato ieri. Parole di vicinanza anche dal sindaco di San Pietro in Gu, Paolo Polati, e dal senatore Antonio De Poli.

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