Indagini in corso

Bimbo di sei anni morto di Covid: prima della crisi è stato visitato da tre pediatri

Sono iniziati gli accertamenti per ricostruire le cause che hanno portato alla morte del piccolo Francesco Pascetta. Era stato due volte al Pronto soccorso prima di morire il 30 aprile.

Bimbo di sei anni morto di Covid: prima della crisi è stato visitato da tre pediatri
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Era stato due volte al Pronto soccorso di Chioggia. E i genitori avevano chiamato più volte i soccorritori del Suem nei giorni precedenti alla morte il 30 aprile. Questo perché le condizioni di salute del piccolo Francesco Pascetta, sei anni, morto di Covid, erano già critiche.

Bimbo di sei anni morto di Covid

Il bimbo di Conche di Codevigo, come è noto, il 30 aprile è deceduto per una crisi respiratoria grave mentre si trovava nella sua abitazione. Ora sono iniziati gli accertamenti per tentare di fare luce sulla tragedia. E quanto emerge getta alcune ombre, secondo i genitori, sul modo in cui il piccolo sarebbe stato visitato anche se la Procura di Padova, al momento non ha aperto alcun fascicolo perché non sarebbero partiti degli esposti.

Prima della crisi è stato visitato da tre pediatri

Le indagini sono iniziate ieri, lunedì 2 maggio 2022, proprio a partire dagli esami diagnostici con i risultati che potrebbero arrivare tra una decina di giorni. A eseguirli l'azienda ospedaliera che dovrà stabilire con precisione la causa della morte avvenuta attorno alle 5.30 del 30 aprile. L'intervento dei soccorritori del Suem non è servito a nulla purtroppo.

Il bimbo non era vaccinato (i genitori sì)

Al momento l'ipotesi più accreditata è che a provocare il decesso sia stato un peggioramento dell'infezione da Covid contro cui il bimbo non era vaccinato. I genitori, invece, si erano sottoposti al siero contro il coronavirus. Secondo le prime informazioni i tre, mamma, papà e figlio si sono presentati al Pronto soccorso di Chioggia sia mercoledì 27 che giovedì 28 aprile.

Le due chiamate al Pronto soccorso

Ma quanto si evidenzia mostra anche altro. Negli stessi giorni, infatti, i genitori (attualmente positivi) avrebbero chiamato più volte la centrale operativa del 118 per chiedere l'intervento di un'ambulanza. Il mezzo si è effettivamente recato a casa del bimbo in due occasioni. Ma ora resta da capire le responsabilità: si deve accertare se i genitori abbiano rifiutato il ricovero a fronte delle indicazioni dei medici.

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