La protesta

Attivisti per il clima incatenati alla Cappella degli Scrovegni, video e foto del blitz

I tre attivisti, 30enni italiani, sono stati portati via in manette e denunciati per interruzione di un ufficio o pubblico servizio e per non aver preavvisato l’iniziativa di protesta posta in essere.

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Tre attivisti del movimento ambientalista “Ultima generazione” sono entrati nella Cappella degli Scrovegni  a Padova pagando il biglietto fingendosi turisti.

Attivisti per il clima incatenati alla Cappella degli Scrovegni, video e foto del blitz

Ieri mattina, domenica 21 agosto 2022, tre attivisti del movimento ambientalista “Ultima generazione” sono entrati nella Cappella degli Scrovegni  a Padova pagando il biglietto fingendosi turisti. Una volta entrati, due di loro si sono incatenati alla balaustra in metallo che si trova all’interno.

Il terzo ha steso a terra uno striscione riportante la scritta “ultima generazione no gas e no carbone”. Volanti e personale Digos prontamente intervenuti sul posto hanno identificato i tre, trentenni italiani, che sono stati poi accompagnati in Questura. Nessun danno al sito è stato accertato a seguito di un accurato controllo effettuato dagli agenti unitamente al personale del museo. I tre attivisti sono stati denunciati per interruzione di un ufficio o pubblico servizio e per non aver preavvisato l’iniziativa di protesta posta in essere.

Obiettivo del blitz richiamare l’attenzione sulle azioni da intraprendere con urgenza per contrastare il collasso climatico già in atto e salvare le presenti e future generazioni. Davide e Samuele si sono incatenati nello storico museo di Padova. Dopo neanche trenta minuti vengono portati via in manette dalle forze dell’ordine.

"Come immaginate la fine del mondo? Nel Giudizio Universale conservato nella Cappella degli Scrovegni Giotto immaginava la volta celeste richiudersi su sé stessa - si legge nel comunicato degli attivisti (le cui azioni, le formazioni e l’attività sono finanziate dal Climate Emergency Fund, ndr.) - Nella sua meravigliosa opera ha cercato di dare istruzioni al genere umano su come vivere per salvarsi. Sul lato sinistro della narrativa raffigurò principi quali giustizia e coraggio, che indicano la strada verso la via dello spirito, mentre sulla destra dipinse i lati più oscuri del genere umano, come ira e invidia, che portano all’eterno malessere. Il collasso è alle porte, primi segnali già evidenti.

“I primi segnali chiari e forti della fine del nostro mondo e del suo equilibrio come lo conosciamo sono già davanti ai nostri occhi. Aumento delle temperature, siccità e desertificazione, scioglimento dei ghiacciai, surriscaldamento dei mari ed eventi metereologici estremi sempre più frequenti porteranno al capovolgimento della nostra quotidianità”, dichiara Samuel.

La crisi globale è sistemica. Cosa faremo per salvarci?

“Abbiamo bisogno di azioni immediate e concrete per contrastare il collasso climatico. Non possiamo rimandare oltre. Ci appelliamo alle persone, affinché risveglino in loro quella intraprendenza ormai sopita necessaria per rivoluzionare il nostro presente e il nostro futuro. Proprio come fece Giotto che rivoluzionò la concezione medievale della cultura, riportando la bellezza della vita e deliziandoci con la prima rappresentazione in assoluto di un bacio o spingendosi addirittura a raffigurare un cammello, animale che probabilmente non aveva mai visto. Non è forse questo che l’arte ha sempre cercato di infonderci?”, conclude Davide.

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"Le nostre richieste. Sono due, sono semplici e permetterebbero di fare un primo passo per contrastare il cambiamento climatico:

  • interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale
  • procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW nell’anno corrente e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell'industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili

 

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