Attivisti fermati a una mostra a Padova, trattenuto per sbaglio anche un cronista del Mattino
Edoardo Fioretto stava documentando il blitz di Ultima Generazione all'evento "Da Monet a Matisse" quando è stato bloccato dalla Polizia
Giovedì 12 aprile 2024 la polizia locale di Padova aveva sventato un blitz di Ultima Generazione fuori dalla mostra "Da Monet a Matisse". Negli zaini gli attivisti avevano striscioni, cartelli, gessetti colorati e una confezione di attak. Nonostante avessero acquistato i biglietti per la mostra, i manifestanti erano poi stati portati in Questura per ulteriori indagini. Tra i fermati, anche il cronista del Mattino di Padova Edoardo Fioretto, che in quel momento stava svolgendo il proprio lavoro riportando quanto stava avvenendo fuori Palazzo Zabarella. Ora, i collaboratori del quotidiano e il Sindacato dei Giornalisti del Veneto chiedono chiarezza.
Attivisti fermati a una mostra a Padova, trattenuto per sbaglio anche un cronista del Mattino
Fermato e trattenuto per quattro ore in Questura a Padova: è quanto accaduto ad Edoardo Fioretto, collaboratore del Mattino di Padova, bloccato nei giorni scorsi a Palazzo Zabarella con l'ipotesi di accusa di favoreggiamento, poi mai formulata, mentre documentava un blitz di Ultima Generazione alla mostra “Da Monet a Matisse”.
“Avevo ricevuto una segnalazione da una fonte di una azione di protesta non violenta e pacifica – spiega Fioretto - all'interno di un museo, dedicata appunto a una mostra su Matisse. Quello che è successo è che io sono andato a questa mostra, sono uscito e ho visto che degli attivisti venivano caricati su una volante della polizia. Sono stato trattenuto quattro ore senza che mi fosse mossa formalmente alcuna accusa. Ero in stato di fermo, impossibilitato a sentire l'avvocato della redazione.”
Il giornalista ha poi spiegato l'inconveniente anche sui suoi social, sottolineando come tra i 7 fermati ci fosse anche un turista trevigiano vittima delle circostanze.
"Un “fermo” svolto senza alcun fine - prosegue Fioretti - se non quello di intimidire un cronista al lavoro. La repressione al dissenso non passa solo per i manganelli, ma anche per la repressione della libertà di parola, di pensiero, di stampa."
Visualizza questo post su Instagram
La replica dei colleghi del quotidiano
"E' un episodio che riguarda tutta la Comunità - replica Luca Ubaldeschi, direttore testate Nem - perché un giornalista svolge un lavoro al servizio della Comunità, segue i fatti, ci aiuta a essere più informati e più consapevoli nelle scelte che facciamo. Impedire questo servizio alla comunità equivale a spegnere una luce e una vita al buio, è qualche cosa che dovremmo tutti preoccuparci di scongiurare perché non può portare nulla di buono."
"Il Sindacato chiederà chiarezza e conto di quanto è successo a Padova. - sostiene Monica Andolfatto, segretaria del Sindacato Giornalisti del Veneto - Non si può pensare che questo sia un banale infortunio, in ballo c'è la libertà di stampa e non è una difesa di categoria."
Sulla vicenda sono numerose le prese di posizione da parte della politica per ottenere un chiarimento. Oltre alla solidarietà espressa nei confronti del cronista e della testata, è stata annunciata un’interrogazione parlamentare per far luce sulla vicenda.