Alessio Battaglia confessa: "Ho ucciso Franco Bergamin con le mie mani"
Il 40enne coinquilino della vittima arrestato a Monfalcone: il corpo dell'80enne trovato nell'armadio di casa avvolto in sacchi della spazzatura

Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio 2025, Alessio Battaglia, 40 anni, ha confessato (video di TV7 Triveneta nel paragrafo successivo) al pubblico ministero Marco Brusegan di aver ucciso Franco Bernardo Bergamin, 80 anni, nella sua abitazione di via Papa Giovanni XXIII a Limena. L'uomo ha ammesso le sue responsabilità, raccontando di aver colpito l'anziano con le mani durante una lite degenerata, per poi occultarne il corpo nell'armadio.
Battaglia è stato trasferito nel carcere Due Palazzi di Padova, in attesa della convalida del fermo con l'accusa di omicidio volontario.
L'arresto di Alessio Battaglia: la trappola dei social network
Dopo l'omicidio, Battaglia è fuggito trovando rifugio a Monfalcone, in provincia di Gorizia, presso un'amica. Gli investigatori del Reparto Operativo di Treviso e del Nucleo Investigativo di Padova sono riusciti a localizzarlo grazie alla sua attività sui social network, che non aveva mai interrotto.
Dopo 24 ore di monitoraggio dell'abitazione, i carabinieri hanno fatto scattare il blitz, catturando Battaglia. Durante l'interrogatorio, il 40enne ha confermato la lite avvenuta il 22 gennaio scorso, culminata con l'omicidio di Bergamin.
L'autopsia: Bergamin ucciso con estrema violenza
L'esame autoptico sul corpo di Franco Bergamin, eseguito nelle stesse ore dell'arresto, ha rivelato dettagli agghiaccianti. L'80enne sarebbe stato ucciso con estrema violenza nella sua abitazione di via Papa Giovanni XXIII a Limena (immagine streetview in basso), con il collo spezzato probabilmente a mani nude. Battaglia avrebbe poi avvolto il cadavere in due sacchi della spazzatura, legato i piedi della vittima e nascosto il corpo in un armadio, sigillandolo con del nastro adesivo.
Per mascherare l'odore del cadavere in decomposizione, l'assassino avrebbe utilizzato abbondanti quantità di profumatore d'ambiente, cercando così di guadagnare tempo prima di fuggire.
Il rapporto tra vittima e assassino
Le indagini proseguiranno per chiarire il tipo di relazione tra Battaglia e Bergamin. I due convivevano da alcuni mesi nell'abitazione di Limena, ma restano ancora dubbi su cosa abbia realmente scatenato la lite fatale il 22 gennaio 2025 scorso.
Gli inquirenti stanno valutando anche le motivazioni che hanno spinto Battaglia a occultare il corpo e fuggire, nonché il ruolo dell'amica che gli ha dato rifugio a Monfalcone.