I DATI

Salute e sicurezza sul lavoro, l'indagine di Fondazione Corazzin: situazione critica nel Padovano

Sebbene i dati siano in calo, 3 lavoratori su 100 denunciano infortuni, doppi gli infortuni gravi rispetto ai mortali e crescono le malattie professionali

Salute e sicurezza sul lavoro, l'indagine di Fondazione Corazzin: situazione critica nel Padovano
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Fondazione Corazzin ha svolto un'indagine sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Veneto: sebbene i dati siano in calo, 3 lavoratori su 100 denunciano infortuni, doppi gli infortuni gravi rispetto ai mortali e crescono le malattie professionali. La situazione continua ad essere preoccupante anche per la città di Padova.

Salute e sicurezza sul lavoro in Veneto, l'indagine di Fondazione Corazzin

Ad analizzare e rielaborare i dati regionali 2023 di Inail sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è la ricerca di Fondazione Corazzin, centro studi di Cisl Veneto, presentata ieri, 12 marzo 2024, in anteprima in conferenza stampa nella sede del sindacato a Mestre.

3,15 lavoratori e lavoratrici ogni 100 hanno denunciato nel 2023 infortuni subiti nei luoghi di lavoro: in lieve calo rispetto all’anno precedente, come lo è anche il loro valore assoluto e gli infortuni mortali. Ma i numeri continuano a restare davvero allarmanti, ancor più se guardati alla luce di un trend che nell’ultimo decennio rimane sempre costante.

"L’analisi dei dati, che fa emergere un lento e progressivo calo degli infortuni in relazione al numero di occupati, ci fa capire che l’impegno messo in campo dal sindacato nei posti di lavoro può dare risultati importanti – ha spiegato Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto - Ma resta in termini assoluti alto il numero di infortuni denunciati, che rischia di 'cristallizzare' la situazione, e non si è ancora riusciti a ridurre in misura significativa gli infortuni gravi e mortali. Ciò significa che quanto fatto finora non è bastato. È il momento di cambiare passo in modo deciso, per imprimere una reale e incisiva inversione di rotta che ancora non si vede".

Gianfranco Refosco, segretario generale Cisl Veneto

La situazione nel Padovano

Nonostante un lieve calo degli infortuni nel 2023, la ricerca di Fondazione Corazzin “La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro in Veneto” evidenzia una situazione preoccupante riguardo la sicurezza sul lavoro nella nostra regione.

A Padova, in particolare, nel corso del 2023 sono stati 13.200 gli infortuni denunciati da lavoratori. Per quanto riguarda i decessi, invece, si contano 14 vittime da gennaio a dicembre 2023.

Tra questi, possiamo ricordare alcuni tragici casi come quello avvenuto a Piombino Dese il 31 maggio 2023, quando un operaio è caduto da un'altezza di circa due metri mentre era impegnato in alcuni interventi all'interno di una cava.

Ancora, un trasportatore della General Sistem che aveva perso la vita a Granze il 2 dicembre 2023 cadendo da una scala, riportando un'emorragia cerebrale fatale.

Oppure l'infortunio mortale sul lavoro avvenuto nel Comune di Ponte San Nicolò il 9 settembre 2023, quando un cinquantasettenne era rimasto intrappolato e schiacciato con il tronco sul telaio metallico di una finestra.

I numeri degli infortuni denunciati in Veneto nel 2023

Tornando ad uno sguardo generale, nel 2023 sono stati 69.643 gli infortuni denunciati in Veneto, di cui 58.214 accaduti in occasione di lavoro. Il primo dato registra un calo del 17,67% rispetto al 2022 evidenziando come il valore rimanga attestato piuttosto stabilmente intorno ai 70mila casi se si osserva il trend dell’intero ultimo decennio.

Infortuni con esito mortale

Simili riflessioni nascono guardando gli infortuni con esito mortale: se escludiamo quelli in itinere, sono stati 72 nel 2023 con una contrazione del 12,2% rispetto al 2022 (82 casi), ma anche qui allargare lo sguardo all’ultimo decennio ci rivela che la media si aggira intorno alle 80 vittime annue.

Infortuni gravi

Altro elemento di indagine approfondito da Fondazione Corazzin particolarmente significativo è quello degli infortuni gravi. Gli ultimi dati Inail disponibili, del 2022, dicono che i casi riconosciuti con una menomazione superiore al 26% – ovvero “con danno biologico permanente in grado di ridurre in modo definitivo e non recuperabile le funzionalità della persona lesa” – sono quasi il doppio rispetto a quelli con esiti mortali riconosciuti: ben 158 a fronte di 84.

Rispetto ai territori

Rispetto ai territori, è Verona la provincia più colpita da infortuni nel 2023 (14.132), seguita da Vicenza (13.457) e Padova (13.200); mentre riguardo gli infortuni con esito mortale nello specifico, Verona rimane sempre al primo posto (32 casi), poi Venezia (20) e Treviso (17).

Infortuni totali (mortali e non) da gennaio a dicembre 2023

Sono 101 i decessi da gennaio a dicembre 2023 (contro i 113 del 2022): 72 quelli rilevati in occasione di lavoro (2 in meno dello scorso anno) e 29 quelli in itinere (10 in meno del 2022).

Il più elevato numero di decessi si è verificato in provincia di Verona (32). Seguono: Venezia con 20 vittime, Treviso (17), Padova (14), Vicenza (10), Belluno (5) e Rovigo (3).

Età, sesso, e nazionalità di lavoratori più colpiti nel 2023

Il focus dell’indagine dedicato al profilo sociodemografico delle vittime (sempre secondo i dati delle denunce di Inail 2023) ci consegna altre informazioni di valore sul versante degli interventi più urgenti, ad esempio in termini di prevenzione e formazione.

È più soggetta a infortunio la fascia di età 45-54 anni che subisce ben il 23,14% del totale infortuni, seguita dagli under 25 (21,73%) e 25-34 anni (18,47%). Per gli infortuni mortali invece è la fascia tra i 55-64 anni a registrare il maggior numero di denunce pesando per il 36,63% sui totali, seguita dai 45-54enni (21,78%) e dai 35-44enni (14,85%).

Osservando la distribuzione per genere, risulta come gli infortuni denunciati, anche con esito mortale, accadano per la maggior parte a lavoratori uomini, dato molto probabilmente connesso a una maggior presenza maschile nei settori produttivi più fragili: sono denunciati da loro il 66,71% degli infortuni, mentre se si guarda agli infortuni mortali la percentuale sale addirittura al 94,06%.

Infine, rispetto alla nazionalità (distinguendo tra italiani e stranieri, come da dati Inail), nel 2023 le denunce di infortuni da parte di lavoratori stranieri sono state il 26,19% del totale, a fronte del 22,52% dell’anno prima, mentre gli infortuni mortali denunciati costituiscono ben il 31,68%, attestandosi a 32 vittime nel 2023: numero che registra un rilevante aumento del 6,67% rispetto all’anno precedente, a fronte del calo del 30,3% per i lavoratori italiani.

I settori e gli ambiti di attività più fragili

Sono per l’82,79% del totale relative ai lavoratori della macrocategoria dell’industria e dei servizi le denunce di infortuni 2023 (57.654), per il 14,0% di dipendenti delle pubbliche amministrazioni (9.756) e per il 3,21% di lavoratori del settore agricolo (2.233).

Sui 101 totali, ben 90 i casi mortali di industria e servizi, 8 in agricoltura e 3 nella pubblica amministrazione. Guardando poi alle specifiche attività economiche e produttive (codici Ateco), a registrare le più alte numerosità di denunce, sempre nel 2023, sono la fabbricazione di prodotti in metallo, i lavori di costruzione specializzati e la fabbricazione di macchinari e apparecchiature, il commercio al dettaglio e all’ingrosso, l’assistenza sanitaria.

Per gli infortuni mortali, troviamo al primo posto i lavori di costruzione specializzati e trasporto terreste e trasporto mediante condotte.

Malattie professionali: quelle denunciate, quelle riconosciute

Lettura specifica come sempre chiedono le malattie professionali, le cui denunce sono passate da 3.919 nel 2022 a 4.633 nel 2023, ossia 2,1 lavoratori e lavoratrici ogni mille, con un aumento del 18,22%.

Un dato che fa ipotizzare in positivo una crescente sensibilità e consapevolezza sul tema, dovuta anche a una maggiore attenzione da parte dei patronati sindacali.

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