Positivo al Covid, ma ha la residenza fuori regione: "La mia odissea burocratica tra dati e tamponi"
La disavventura di un 48enne domiciliato a Cittadella, rimpallato a destra e a manca dopo la scoperta della sua positività.
La disavventura di un nostro lettore risultato positivo al Covid ma residente fuori regione. Un'odissea tra mail, telefonate e rimpalli di responsabilità.
Positivo al Covid, ma ha la residenza fuori regione: "La mia odissea burocratica tra dati e tamponi"
La Sanità, che già normalmente in Italia funziona male, che viene hackerata dai pirati informatici, ad oggi ha anche problemi di inserimento dei pazienti domiciliati fuori dalla propria Regione di residenza. Succede, tra gli altri, a un nostro lettore, S.L., residente a Chivasso (TO).
Lunedì 14 marzo 2022, dopo avere saputo dalla sua compagna che è positiva, il 48enne si è recato in una farmacia di Cittadella, città dove ha domicilio lavorativo, ad eseguire il “Test rapido per la ricerca dell’antigene di SARS – CoV – 2” responsabile della malattia COVID-19 e l’esito del Test è stato appunto positivo.
Lo stesso ci ha raccontato che, dopo qualche ora, gli arriva un messaggio dalla Aulss6 con scritto: “Accedi alla piattaforma COVID19 del Veneto: compila la tua scheda, prenota i tamponi, ricevi info utili e scarica i tuoi certificati. https://bit.ly/sorvc19 “. Il malcapitato clicca sul link, si trova sul portale dedicato della Regione Veneto: CERTIFICATI E SCHEDA PERSONALE COVID-19; INFORMAZIONI SU ISOLAMENTO E QUARANTENA; PRENOTAZIONE TAMPONE; ADESIONE CAMPAGNA VACCINALE.
Nella prima sezione si accede con CIE/SPID, compila le parti richieste e non accede (Si è verificato un errore imprevisto - abbiamo raccolto tutte le informazioni necessarie per non farlo più verificare); nella terza sezione si accede con Codice Fiscale, ma anche qui non riesce ad entrare (Attenzione dati accesso errati o utente non presente). L'uomo chiama l’Azienda sanitaria e chiede informazioni, gli viene risposto che loro non possono fare nulla per risolvergli il problema e che gli danno il numero di telefono del Compartimento Tamponi al quale si rivolge immediatamente, parlando con l’operatore scopre che nemmeno loro possono inserire i suoi dati nel Portale della Regione Veneto, ma che accettano comunque le Ricette Mediche di fuori Regione per effettuare il Tampone di Guarigione, e gli dicono che dovrebbe sentire il SISP - Servizio Igiene Sanità Pubblica; li chiama e si trova nella condizione di non potere fare nulla anche con loro, in quanto trova una voce guida registrata la quale dice: per info sul virus covid 19 chiamare 800032973 oppure inviare una e-mail emergenzacovid19@aulss6.veneto.it ; Servizio Vaccinazioni adulti premere 1; Servizio Vaccinazioni pediatriche premere 2; per parlare con i Tecnici della Prevenzione premere 3; per parlare con un operatore premere 4. Premendo 3, trova l’ennesima voce registrata: “Tecnici della Prevenzione ricevono senza prenotazione dalle 9.00 alle 12.00 del lunedì e possono essere contattati dalle 9.00 alle 13.00 al numero verde 800577576 (al quale rispondono per l’igiene edilizia)”; premendo 4 per parlare con un operatore, dopo alcuni minuti una voce registrata comunica “il numero risulta non raggiungibile”; il numero verde sulle info sul virus non è utilizzabile da cellulare e viene ridato il numero di rete fissa dell’Aulss6.
La telefonata al medico di base
Insomma, una vera e propria "odissea". Il nostro, esasperato ma non del tutto scoraggiato, chiama in Regione Piemonte la propria dottoressa per capire come comportarsi, ma si trova in una situazione un po’ complessa. La dottoressa gli comunica che non può emettere la documentazione richiesta in quanto, in Piemonte, la burocrazia per la gestione positivi è gestita diversamente ed in oltre, verificando, non risulta Positivo sul Portale Regione di residenza, non c’è nessuna comunicazione da parte del Veneto che indichi una sua positività al Covid.
A questo punto l'uomo si trova nella condizione di dovere inviare un e-mail all’indirizzo di posta elettronica sopra indicato per chiedere info in merito alla sua situazione e per essere inserito manualmente da qualcuno sul Portale della Regione per potere scaricare il certificato verde da guarigione nel momento in cui risulterà nuovamente negativo e per potere riprendere la sua attività lavorativa.
Ultimo tentativo - ci riferisce - "è stato di accedere all’App Ministeriale dei Servizi Pubblici “IO”, pensando e sperando di trovare una qualunque documentazione, ma ovviamente se non risulta niente nei portali Regionali, come può esserci qualcosa su una app ministeriale?"
"Chiami la guardia medica..."
E così il 21 marzo scorso, senza ricetta medica si trova costretto a dovere pagare il Tampone di “guarigione” presso la farmacia da cui si è recato per verificare lo stato di malattia, essendo ancora positivo, chiede come comportarsi non potendo scaricare nulla dal Portale del Veneto. Gli dicono di chiamare la Guardia Medica che può inserirlo nel portale della Regione. La sera chiama la Guardia Medica e scopre che, in primis lei, non ha i codici per accedere al Portale della Regione Veneto in quanto non possono fare né i vaccini né i tamponi, per cui non hanno i codici di accesso, che la e-mail avuta dalla voce registrata del SISP non è più attiva (a differenza della mala informazione della Sanità Pubblica), che non può prenotare un tampone e che molto probabilmente non potrà nemmeno scaricare la certificazione verde da guarigione, in quanto non risulta da nessuna parte sia ad oggi infetto dal Covid19 a parte per i fogli rilasciati dalla farmacia.
Con queste premesse, sorge più di una perplessità anche su quanto possano essere reali i dati sui contagi, dato che chi non è residente non viene inserito da nessuna parte, o per lo meno, i canali di inserimento viaggiano paralleli senza incrociarsi, perché probabilmente i dati inseriti dalle farmacie arrivando nelle rispettive Aulss non vengono trattati in modo corretto e non risultano alla Regione di competenza, per cui, ovviamente nemmeno in quelle dove sono residenti i malati di Covid.
Purtroppo queste sono situazioni che si verificano ogni qualvolta una persona residente fuori regione e domiciliata per lavoro risulta positiva al tampone, un cane che si morde la coda da quando è iniziata l’emergenza Covid nel 2020.
"Tre anni che i problemi si susseguono e non vengono mai risolti lasciando tutto al caso e chi ci rimette come sempre è la popolazione, lasciata allo sbando in quanto le Istituzioni che dovrebbero risolvere i problemi, invece li creano e non pongono rimedio agli errori che commettono", conclude sconsolato l'uomo.