Nuovo caso a Padova di encefalite da zecche: 70enne in terapia intensiva, ora in miglioramento
La TBE è una malattia virale che può colpire il sistema nervoso centrale. L’infezione, trasmessa dal morso di zecche infette, è sempre più diffusa nel Nord Est, anche in pianura

Una donna di 70 anni si è presentata recentemente al pronto soccorso di Padova con sintomi quali febbre alta, nausea, debolezza e dolori articolari. Dopo gli accertamenti, la diagnosi è stata di encefalite da zecca (TBE), un’infezione virale trasmessa dal morso di zecche infette che può colpire il sistema nervoso centrale. La paziente è stata ricoverata in terapia intensiva, ma nelle ultime ore ha mostrato segni di miglioramento.
La diffusione della TBE è in aumento soprattutto in alcune aree del Nord Est, tra cui Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, e si registra un’espansione anche in zone di pianura con vegetazione fresca e umida, dove un tempo la presenza delle zecche era limitata alle zone boschive di montagna.
"Quest’anno sono state segnalate 28 infezioni da TBE, la maggior parte proprio nel Veneto. Il virus si diffonde soprattutto in primavera ed estate, periodo in cui è più attivo e colpisce prevalentemente animali selvatici, ma anche occasionalmente gli esseri umani".

Spiega Lolita Sasset, dell’Unità Operativa Complessa Malattie infettive e tropicali dell’Azienda Ospedale Università di Padova.
Cosa sapere sul vaccino e i rischi della malattia
Esiste un vaccino contro la TBE, che viene offerto gratuitamente ai residenti nelle aree considerate endemiche, come la provincia di Belluno. Tuttavia, la decisione di sottoporsi a questa vaccinazione resta personale e va valutata caso per caso. Il vaccino contiene una forma inattiva del virus, non è composto da virus vivi, e include diversi componenti come alluminio idrossido, albumina umana, saccarosio e formalin in quantità minime. Alcune formulazioni possono contenere tracce di proteine dell’uovo o antibiotici, rendendolo sconsigliato a chi ha specifiche allergie.
Molte persone colpite dalla TBE non manifestano sintomi evidenti, mentre in una parte ridotta dei casi la malattia si manifesta con un quadro che può evolvere fino a coinvolgere il sistema nervoso centrale, provocando meningite, encefalite o paralisi. La malattia inizia generalmente con sintomi simil-influenzali: febbre alta, mal di testa, nausea, dolori muscolari e articolari, seguiti eventualmente da una fase più grave.
La trasmissione avviene prevalentemente tramite il morso di zecche infette, ma può avvenire anche attraverso il consumo di latte e latticini non pastorizzati o, più raramente, per via verticale o da trasfusioni.
Come proteggersi e cosa fare
Non esiste una cura specifica per la TBE; il trattamento è sintomatico e nei casi più gravi è necessario il ricovero ospedaliero. Per chi trascorre tempo in aree a rischio, come chi fa escursioni o lavora all’aperto in ambienti boschivi, si raccomanda di adottare misure preventive come l’uso di repellenti, abiti protettivi e il controllo della presenza di zecche sulla pelle dopo l’attività all’aperto.
In sintesi, la TBE è una malattia potenzialmente seria che richiede attenzione, informazione e precauzioni. La scelta di vaccinarsi è una decisione personale, da prendere con consapevolezza e, se necessario, con il supporto del proprio medico.