strascichi covid

Inchiesta tamponi rapidi in Veneto, nuovo scontro tra Palù e Crisanti: "Il suo studio non è scienza"

Nella consulenza a firma del presidente di Aifa viene smontata la validità scientifica dell'esposto presentato dal microbiologo, alla base dell'indagine che ha portato al rinvio a giudizio di Rigoli e Simionato

Inchiesta tamponi rapidi in Veneto, nuovo scontro tra Palù e Crisanti: "Il suo studio non è scienza"
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Nuovo scontro tra Crisanti e Palù.

Inchiesta tamponi rapidi in Veneto, nuovo scontro tra Palù e Crisanti: "Il suo studio non è scienza"

Stavolta il "campo di battaglia", l'ultimo di numerosi battibecchi a distanza, riguarda l'inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto, che di recente ha visto il rinvio a giudizio (per falsità ideologica in atti pubblici e turbativa nel procedimento di scelta del contraente) del dottor Roberto Rigoli, ex primario dell'ospedale di Treviso, e di Patrizia Simionato, già direttore generale di Azienda Zero e attuale dg dell'Ulss5 Polesana. E' di nuovo scontro aperto tra Andrea Crisanti, senatore del Pd, e Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco.

Il motivo? Semplice: quell'inchiesta è partita proprio da un esposto dell'illustre virologo, che non ha infatti mancato di esprimere subito soddisfazione per la decisione del Gup del Tribunale di Padova. "Chiarisce una volta per tutte che il mio non era un esposto campato per aria!", ha dichiarato Crisanti.

In sostanza, l'ex docente dell'Università di Padova (da cui si è dimesso) aveva presentato nell'autunno del 2020 un esposto in cui affermava che i test antigenici Abbott, acquistati da Regione Veneto tra la prima e la seconda ondata, sarebbero stati poco affidabili. A suffragare tale ipotesi, il professore - all'epoca direttore della Microbiologia proprio all'Università di Padova - aveva allegato un suo studio, per dimostrare che l'impiego diffuso di quei tamponi rapidi negli ospedali e nelle Rsa del Veneto, avesse favorito la circolazione del Covid anziché prevenirla.

Da qui la soddisfazione espressa da Crisanti per gli sviluppi dell'indagine. C'è un però: l'avvocato Alessandro Moscatelli, legale dell'ex dg di Azienda Zero, ha presentato al giudice una consulenza a firma proprio di Palù che, con grande rigore, azzererebbe scientificamente lo studio di Crisanti (quello alla base della denuncia).

Si dice in sostanza in quelle pagine che i tamponi Abbott erano "autorizzati da Fda e validati dall'Ehrlich Institut di Francoforte e dunque ritenuti idonei per effettuare la diagnosi Covid-19". Da qui la presunta inutilità, da parte di un laboratorio pubblico (in questo caso Azienda Zero, ndr.), di verificare attraverso una specifica sperimentazione ciò che, in realtà, sarebbe già stato validato dagli enti regolatori. Con l'aggravante di un possibile sperpero di denaro pubblico.

Non solo: nella consulenza di Palù verrebbero anche affossate le tesi alla base dell'esposto, ritenute in sostanza "prive di validità scientifica in quanto basate su dati ancora in attesa di conferma...". Insomma, informazioni inattendibili e non scientifiche, sostiene il presidente di Aifa. Una stroncatura netta. La palla ora torna al tribunale.

 

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