Toscana Virus, siamo al secondo caso in Veneto: un'altra donna ricoverata nel Padovano
Secondo l'ULSS 6, l'area più a rischio in Veneto è quella dei Colli Euganei. Si raccomanda di utilizzare repellenti cutanei e zanzariere, soprattutto nelle zone più verdeggianti
Recentemente, a Monselice una donna è stata ricoverata in ospedale, dopo aver contratto il Toscana Virus (in copertina: immagine di repertorio).
Secondo caso in Veneto
Nei giorni scorsi, un'altra donna è stata ricoverata all'Ospedale Madre Teresa di Calcutta a Schiavonia (Monselice), dopo aver contratto una forma del Toscana Virus, agente patogeno e associato principalmente trasmesso dai papataci, in grado di provocare meningite e menigoencefalite.
Le condizioni della signora sono state giudicate abbastanza buone, ed è stata presa in carico dal reparto di Neurologia, senza alcun ricovero in terapia intensiva. Si tratta del secondo caso nel Padovano, portando a nove i casi totali registrati dal 2022, tutti concentrati nell'area collinare del Padovano.
Il virus nel dettaglio
Il virus Toscana (TOSV) prende il nome dalla regione in cui è stato isolato all'inizio degli anni '70 dalla Dott.ssa Paola Verani e dai suoi collaboratori dell'Istituto Superiore di Sanità.
Un virus non molto conosciuto, in realtà, trasmesso soprattutto nei mesi estivi dai pappataci, insetti simili alle zanzare di piccole dimensioni, caratterizzati da un volo silenzioso e da punture particolarmente irritanti. Le larve non si sviluppano come per le zanzare in presenza di acqua, ma in luoghi asciutti, umidi e bui (sotto cumuli di foglie, detriti vegetali o letame).
"Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un virus che provoca infezioni a decorso asintomatico", spiega il Dottor Valerio Valeriano, Dirigente medico del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, del Dipartimento di Prevenzione, ULSS6. "In pochi casi si manifestano sintomi e nelle forme meningoencefalite si possono avere febbre alta, mal di testa, fotofobia, confusione mentale, vomito, sopore fino alla letargia.
"Fondamentale è agire di prevenzione con repellenti cutanei, zanzariere, soprattutto nelle zone più verdeggianti. Nel nostro territorio - continua il dottore - l'area più a rischio è quella dei Colli Euganei, ipotizziamo perchè il virus è arrivato in quelle zone e forse li è presente un serbatoio, oltre al pappatacio stesso, e la zona è diventata endemica".