Testimonianza

"Il mio 11 settembre 2001": la dottoressa padovana e quei giorni d'angoscia nell'America ferita

La dottoressa Maria Chiara Corti, direttore dei Servizi sociali dell’Ulss 6 Euganea, era arrivata a Washington il giorno prima del terribile attentato.

"Il mio 11 settembre 2001": la dottoressa padovana e quei giorni d'angoscia nell'America ferita
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La dottoressa Maria Chiara Corti, direttore dei Servizi sociali dell’Ulss 6 Euganea, ripercorre quei terribili giorni di vent’anni fa.

"Il mio 11 settembre di vent'anni fa"

“Ero giunta all’aeroporto di Washington la sera del 10 settembre, la mattina del giorno dopo da lì decollò uno degli aerei che andò a schiantarsi in Pennsylvania”.

La dottoressa Maria Chiara Corti, direttore dei Servizi sociali dell’Ulss 6 Euganea, ripercorre quei terribili giorni di vent’anni fa, impressi a fuoco nella sua memoria e messi nero su bianco su un diario di una trentina di pagine, intitolato “40 meno 1”, dedicato al marito Claudio che proprio il 12 settembre 2001 compiva quarant’anni.

La testimonianza

Il “meno 1”, cioè l’11 settembre, fu un giorno traumatizzante e indimenticabile.

“Ero giunta negli United States per un viaggio di lavoro di circa una settimana durante il quale dovevo tenere un seminario presso l’Università di Wiston-Salem in North Carolina, per poi – racconta - andare a Washington al National Institutes of Health per un lavoro di ricerca in collaborazione. Sono stati giorni di emozioni spaventose, dolore, sconcerto, difficoltà negli spostamenti. Ero una passeggera cosiddetta “stranded in the middle of the journey”, ovvero “arenata” tra l’andata e il ritorno: ero lì, ma non sapevo con certezza quando sarei potuta tornare a Padova, da mio marito e dai miei figli Andrea e Marco di 2 e 5 anni. Ricordo i cartelloni luminosi per strada che raccomandavano di fare attenzione perché l’America era sotto attacco, la gente che piangeva shockata paragonando gli attentati alle Torri Gemelle all’attacco di Pearl Harbor o all’assassinio di Kennedy”.

Il ritorno a casa

Nonostante tutto, l’attività accademica proseguì. La vita doveva riprendere, come dissero i colleghi americani perchè "life goes on", e il 13 settembre la dott.ssa Corti tenne il suo seminario universitario sulle lesioni neurologiche in pazienti anziani con decadimento cognitivo, una ricerca condotta allora all’ospedale di Camposampiero dove lavorava in Geriatria per lo studio PRO.V.A (PROgetto Veneto Anziani). Il 17 settembre lo spazio aereo riaprì.

Il volo, prenotato nel pacchetto iniziale di viaggio, era regolare. Dopo i minuziosissimi controlli della security durati cinque ore, lei salì, decollò e il velivolo sorvolò la Grande Mela con quell’enorme voragine nel cuore: Ground Zero, che ancora fumava. Poi lo scalo a Francoforte, l’atterraggio a Venezia.

“Restano il ricordo di un’esperienza dolorosissima, rocambolesca e inaspettata, la sensazione che il mondo cada e tu ti trovi per caso lì in mezzo, tra quelle macerie esistenziali, ma anche il grandissimo insegnamento di quanto siano importanti e preziose le relazioni umane, dentro e fuori il mondo del lavoro”.

Una convinzione, quella sì incrollabile, per vent'anni di fila fino a oggi, a 60 meno 3.

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