Dopo Fleximan e Dossoman ora arriva Veloboxman: il "giustiziere" delle colonnine arancioni
Continua "l'epopea" dei vendicatori mascherati... l'ultimo episodio è avvenuto ad Albignasego in via Foscolo
Prima Fleximan, l'apripista, il precursore. Poi Dossoman, l'emulatore che se la prende con i dissuasori fissi. E ora Veloboxman, il giustiziere delle colonnine arancioni. Ma che sta succedendo in Veneto? Cerchiamo di ricostruire un po' l'accaduto per comprendere quello che ormai deve essere definito un vero e proprio "fenomeno"...
Dopo Fleximan e Dossoman ora arriva Veloboxman
Ormai definirli casi isolati è quasi impossibile. Diciamolo pure chiaramente, al di là delle considerazioni personali, gli atti vandalici contro i dissuasori della velocità sembrano rispondere a un progetto ben definito.
E non si può dire, al momento, se si tratti di un "piano" realizzato da una sola persona o da un collettivo magari in collegamento tramite qualche chat segreta.
Quello che conta sono i numeri, i dati, gli aspetti concreti: nel mirino dei "vendicatori" senza volto, da maggio, sono finiti i rilevatori di velocità di mezzo Veneto, da Bosaro a Cadoneghe, da Giacciano con Barucchella a Tribano e Carceri, senza dimenticare gli episodi nel Bellunese e nel Veronese.
Qui, nella provincia "guidata" dal capoluogo scaligero, ignoti se l'erano presa anche con un dosso, guadagnandosi l'appellativo di "Dossoman", alter-ego di quel "Fleximan" che ormai è quasi un "mitologico" essere che spopola nel web, che diventa argomento di discussione nei salotti della politica e, nel caso del Carnevale di Venezia, che diventa pure un travestimento goliardico con tanto di mascherina e flessibile.
Insomma l'argomento è di stretta attualità e oggi si arricchisce di un nuovo elemento. Sì, perché pensavamo di averle sentite tutte e invece... Ora spunta fuori un altro vendicatore notturno, o presunto tale, perché si attende ancora una conferma.
Sembra, infatti, che ad Albignasego qualcuno, prendendo a modello l'esempio dei "colleghi" più noti, se la sia presa con un velobox, quella colonnina arancione, per intenderci, che segnala la presenza di una pattuglia o di una postazione mobile per il rilevamento della velocità.
Non un autovelox, dunque, ma solo un "segnale". Si attende l'ufficialità che si sia trattato di un atto vandalico, si diceva, perché al momento dal primo cittadino della città non è ancora arrivata una vera e propria conferma. Tra le ipotesi, infatti, potrebbe esserci anche quella di un banale incidente stradale: in sostanza un'auto, perdendo il controllo, potrebbe aver urtato la colonnina mandandola in frantumi.
Insomma "l'incidente" di via Foscolo ad Albignasego resta ancora avvolto nel mistero. E in attesa di avere un riscontro dal primo cittadino, non possiamo non dar conto di questo episodio. Anche perché la frequenza di questi ultimi accadimenti, che vanno derubricati, al di là dei "divertenti" soprannomi, sotto l'etichetta di atti vandalici, non sono passati inosservati agli occhi della Giustizia.
Al momento, infatti, per quanto riguarda il solo Veneto (ma gli attentati contro i velox stanno avvenendo, forse per emulazione, anche in altre regioni italiane, prima tra tutte la vicina Lombardia) a dare la caccia a questi vendicatori sono le procure di Treviso, Padova, Belluno e Rovigo.
Ho preso almeno una decina di multe a velocità 74/76 l'ora...ho l'avvisatore nel navigatore, e a volte mi segna 70 e poi vedo il segnale a 50... inoltre guido guardando la strada e il traffico, nò il tachimetro...quindi simpatizzo per il novello Zorro e abbasso il "pizzo"(leggasi rapina) comunale, grrr!