Scienza e tecnologia

Dimostrata per la prima volta l'esistenza di un tunnel sulla luna: nello studio anche un ricercatore dell'Unipd

Se ne parlava da 50 anni, ora la conferma anche grazie a Riccardo Pozzobon. Scoperta storica anche per le prossime missioni

Dimostrata per la prima volta l'esistenza di un tunnel sulla luna: nello studio anche un ricercatore dell'Unipd
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Un team internazionale, sotto la guida dell’Università di Trento e con la collaborazione di un ricercatore dell'Università di Padova, analizzando i dati radar della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter, ha fatto una scoperta che segna una pietra miliare nella conoscenza della Luna. Lo studio - pubblicato dalla rivista scientifica Nature Astronomy - ha dimostrato l'esistenza di un tunnel nel sottosuolo lunare. Si tratterebbe di un condotto di lava svuotato.

Tunnel sulla luna: nello studio anche un ricercatore dell'Unipd

La presenza di queste cavità era teorizzata e discussa da oltre 50 anni e ora ne è stata dimostrata l'esistenza con la pubblicazione dell’articolo dal titolo “Radar Evidence of an Accessible Cave Conduit below the Mare Tranquillitatis Pit” su "Nature Astronomy".

Si tratterebbe di un condotto di lava svuotato che permetterebbe l’accesso in profondità al sottosuolo lunare tramite un collasso chiamato Mare Tranquillitatis Pit, situato nell’omonimo mare basaltico.

modello 3D utilizzato nelle prove di validazione delle osservazioni radar del Mare Tranquillitatis Pit

L’osservazione diretta è stata resa possibile sfruttando un'innovativa metodologia di elaborazione delle immagini radar sviluppata dagli autori dello studio guidato dall’Università di Trento. Tale metodologia ha la capacità unica di vedere attraverso l'oscurità ed è stata applicata ai dati radar acquisiti dal sensore radar Mini-RF attualmente in orbita intorno alla Luna.

Riccardo Pozzobon, ricercatore in geologia planetaria al Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova ed esperto in telerilevamento satellitare di superfici planetarie e analoghi terrestri, ha fornito il supporto delle conoscenze geologiche di tali strutture vulcaniche e, in particolare, ha validato i dati ottenuti dal radar MiniRF in modo da ottenere una interpretazione geologica convincente.

"Effettuate simulazioni di osservazione radar"

«Nella pratica, per avere la certezza di come fosse la geometria 3D del condotto sotterraneo visualizzata dal fascio radar obliquo di MiniRF, sono state effettuate delle simulazioni di osservazione radar utilizzando un modello 3D sintetico sulla base di conoscenze geologiche pregresse. È stato riprodotto il collasso verticale di Mare Tranquillitatis Pit anche sulla base di dati satellitari reali, la geometria della cavità sotterranea compreso il fondo, il soffitto, la loro rugosità e la distribuzione di massi all’interno – afferma Riccardo Pozzobon –. Nella simulazione tale modello è stato illuminato da un fascio radar calcolato con tecnica raytracing nel quale tutte le caratteristiche del modello 3D influenzano la risposta e intensità del segnale. L’interpretazione geologica si è quindi basata sui modelli 3D che nel simulatore fornivano un dato più vicino a quello realmente osservato da MiniRF e che erano i più geologicamente coerenti».

Riccardo Pozzobon
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