La protesta

Ammanchi milionari e minacce di decurtazioni, la lotta dei dipendenti della storica "Imasaf" di Cittadella

Ieri mattina è scattata la protesta con i lavori in strada che hanno bloccato il traffico. Fiom Cgil: "Accordi non rispettati dalla proprietà".

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Dopo tre anni di sacrifici e dieci anni di tribolazioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici la proprietà ha deliberatamente scelto di non rispettare gli accordi sottoscritti nel 2019 con i lavoratori e le lavoratrici.

Ammanchi milionari e minacce di decurtazioni, la lotta dei dipendenti della storica "Imasaf" di Cittadella

Non c’è giustizia per 200 dipendenti della Imasaf, azienda storica di Cittadella, fondata 60 anni fa e di proprietà della famiglia Sgarbossa, che produce marmitte per l’industria dell’automotive italiano ed estero.

"Dopo tre anni di sacrifici e dieci anni di tribolazioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici la proprietà ha deliberatamente scelto di non rispettare gli accordi sottoscritti nel 2019 con i lavoratori e le lavoratrici - fa sapere la Fiom Padova -  L’accordo prevedeva la rinuncia solidale della quattordicesima PER TRE ANNI da parte dei dipendenti a fronte del risanamento delle condizioni economiche dell’azienda, da attuare attraverso investimenti mirati, e della messa in pari dei fondi pensione, già allora gravemente mancanti".

Scattato lo stato di agitazione

Lo stato di agitazione è scattato quando è stato chiaro che la famiglia Sgarbossa non avrebbe rispettato il patto firmato con la RSU, la FIM e la FIOM, sottoscritto nel tentativo, da parte dei dipendenti, di supportare la tenuta e il rilancio dell’impresa cittadellese. L’azienda ha, infatti, comunicato di voler tagliare ulteriormente gli stipendi di oltre 400.000 euro l’anno e di avere raggiunto un ammanco nei versamenti dei fondi pensione di oltre un milione di euro.

"Quindi, a fronte di un impegno gravoso e importante da parte delle duecento famiglie di dipendenti, la famiglia Sgarbossa non ha saputo, in questi 3 anni né investire per la resa e il futuro dell’azienda né risanato i suoi forti debiti con i lavoratori. Oltre ad aver minato la fiducia dei lavoratori l’azienda, dopo alcune ore di sciopero della scorsa settimana, ha anche risposto con arroganza e pugno di ferro comunicando la disdetta unilaterale degli accordi di secondo livello", prosegue la nota del sindacato.

Lo sciopero, dipendenti in strada

Per questi motivi, ieri mattina, giovedì 30 giugno 2022, durante un’assemblea molto partecipata, lavoratori e delegati hanno deciso di indire uno sciopero dell’intera giornata che continuerà anche nei prossimi giorni e di scendere in strada per dimostrare la loro rabbia e il loro dissenso. La quasi totalità delle lavoratrici e dei lavoratori della Imasaf si sono riversati sulla carreggiata che costeggia l’azienda, la strada provinciale 22, bloccando alternativamente il traffico delle due corsie di marcia per l’intera mattinata.

“Queste vertenze che riguardano l’automotive non possono essere risolte solo localmente e non devono essere scollegate dalla situazione generale del settore, investito da anni di crisi di vario livello, ma devono essere affrontate in maniera complessiva e strutturata. Imprenditori, come gli Sgarbossa, che chiedono sacrifici ai lavoratori e impongono condizioni di bassi salari sono assolutamente fuori tempo e contesto. In questo quadro generale come sindacati faremo di tutto per interrompere questo modus operandi fondato sulla logica di una competitività basata sull’abbassamento dei salari.” Hanno dichiarato Loris Scarpa, segretario generale della Fiom Cgil di Padova e della Fiom di Rovigo, e Andrea Bonato, funzionario della Fim Cisl di Padova e Rovigo.

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