Lo stato di salute dei corsi d’acqua nella provincia di Padova rivela scenari critici, con picchi di inquinamento microbiologico e una presenza diffusa di sostanze chimiche persistenti. La quinta edizione della campagna “Operazione Fiumi 2025 – Esplorare per custodire“, condotta dai volontari di Legambiente con il supporto tecnico di ARPAV, ha monitorato diversi punti strategici del territorio padovano, mettendo sotto i riflettori i bacini del Brenta, del Bacchiglione e i canali cittadini. Sebbene i monitoraggi ufficiali restino di competenza dell’agenzia regionale, questa attività di citizen science ha permesso di scattare una fotografia istantanea che evidenzia la necessità di interventi strutturali sulla depurazione e sulla gestione agricola.
Batteri fecali nel Brenta
Le analisi condotte lungo il fiume Brenta hanno fatto emergere situazioni di forte criticità per quanto riguarda la presenza di Escherichia coli, batterio indicatore di inquinamento fecale e cattiva depurazione.

Il dato più allarmante della provincia è stato registrato a Cadoneghe, dove si è toccata una punta di 15.531 MPN/100mL, superando di tre volte il limite legale allo scarico di un depuratore fissato a 5.000 unità.
| Fiume | Località | Escherichia Coli (MPN/100mL) | PFAS | Glifosate |
| BRENTA | BASSANO DEL GRAPPA | 504 | ||
| BRENTA | FONTANIVA | 3873 | ||
| BRENTA | CARTIGLIANO | 886 | ||
| BRENTA | CADONEGHE | 15531 | ||
| BRENTA | VIGONOVO | – | ||
| BRENTA | PIOVE DI SACCO | 12033 | Rilevati | 0,04 |
| BRENTA | CHIOGGIA | 3255 | 0,12 |
Anche a Piove di Sacco la situazione risulta pesante con 12.033 unità, un valore che sconsiglia fortemente l’uso irriguo diretto in orticoltura.
Secondo gli esperti, tali picchi potrebbero essere stati influenzati dalle forti piogge avvenute nei giorni precedenti i campionamenti.
Emergenza PFAS nel Bacchiglione
Il bacino del Bacchiglione si conferma un “malato cronico“, per inquinamento puntuale degli scarichi civili e industriali e per inquinamento agricolo diffuso dell’alta pianura Vicentina; a questo si aggiunga anche la presenza diffusa, oltre ai riferimenti di legge, di PFOS a catena lineare derivante dalle zone di connessione tra la falda contaminata dallo stabilimento Miteni e i corpi idrici affluenti il Bacchiglione, sopra la linea delle risorgive.

Nella provincia di Padova, i superamenti degli Standard di Qualità Ambientale per il PFOS lineare sono stati rilevati in numerosi comuni, tra cui Veggiano, Saccolongo, Ponte San Nicolò, Bovolenta, Correzzola, Battaglia Terme, Due Carrare e Vo’.
| Fiume | Località |
Escherichia Coli (MPN/100mL)
|
| BACCHIGLIONE | CALDOGNO | 537 |
| BACCHIGLIONE | VICENZA | 2359 |
| BACCHIGLIONE | VICENZA – PONTE DI DEBBA | 17329 |
| BACCHIGLIONE | TENCAROLA – SELVAZZANO DENTRO | 4106 |
| BACCHIGLIONE | RONCAJETTE | 4611 |
| BACCHIGLIONE | PONTELONGO | 2359 |
A Padova città, il Canale Roncajette ha registrato una concentrazione di 2,58 ng/L, superando abbondantemente il valore soglia di 0,65 ng/L.
Come sottolineato nel report, queste contaminazioni sono spesso connesse al sito ex Miteni, veicolate dalle acque sotterranee che alimentano i fiumi della pianura.
Inquinamento nei canali cittadini
Anche i corsi d’acqua minori che attraversano il capoluogo mostrano segnali di sofferenza. Il Piovego a Padova ha fatto registrare 1.515 unità di Escherichia coli, mentre il canale Brentella si attesta a 1.046 unità, entrambi oltre il limite di 1.000 consigliato da ARPAV per la buona qualità delle acque.
| Fiume | Località | Escherichia Coli (MPN/100mL) |
| BRENTELLA | PADOVA | 1046 |
| PIOVEGO | PADOVA | 1515 |
Per quanto riguarda il Piovego a Noventa Padovana, sono stati riscontrati superamenti del PFAS lineare (1,85 ng/L), confermando come la pressione antropica cittadina incida pesantemente sulla qualità chimica. Sul fronte agricolo, il Brenta presenta valori di glifosato oltre il limite di legge (0,1 μg/L) a partire dalla media pianura padovana.

Azioni per la bonifica
La provincia di Padova è parte integrante del territorio colpito dal disastro PFAS, che coinvolge oltre 300.000 persone tra Vicenza, Verona e Padova. Per questo motivo, Legambiente ha aderito al “Patto di Comunità per la bonifica del sito ex-Miteni”, chiedendo l’avvio immediato delle operazioni di messa in sicurezza e il completamento delle infrastrutture idriche.
Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, ha dichiarato:
“È necessaria una scelta politica decisa per ridurre le fonti di contaminazione e rendere strutturali gli interventi sulla depurazione e sulle pratiche agricole”.
L’obiettivo della campagna resta quello di “valutare lo stato di salute delle acque ma anche il modo in cui ne facciamo uso e gestione“, come ribadito dalla responsabile Giulia Bacchiega.