Divieto di caccia

Anatre selvatiche abbattute, arriva la denuncia di “Centopercentoanimalisti”

I fatti denunciati ravvisano gli estremi di molteplici illeciti penali, sia di natura generale che speciale in materia di tutela della fauna e del benessere animale

Anatre selvatiche abbattute, arriva la denuncia di “Centopercentoanimalisti”

Gli attivisti di “Centopercentoanimalisti” ci hanno informato di un increscioso ritrovamento avvenuto lo scorso venerdì 17 ottobre 2025, riguardante anatre selvatiche uccise e lasciate sul terreno da qualche inesperto cacciatore.

Formale denuncia

L’associazione animalista, ha presentato denuncia alla Procura di Padova e ce ne ha mandato il testo:

“In data 17.10.2025, alle ore 13:00 circa, una simpatizzante, durante una passeggiata lungo l’argine del fiume in località “Chiesa di Torre” di Cadoneghe (PD), ha rinvenuto, in posizione ben visibile e a brevissima distanza dal sentiero, i corpi senza vita di tre anatre selvatiche: una di queste era a valle dell’argine, mentre le altre due erano in “bella mostra” sulla sommità.

Proseguendo il cammino, a poca distanza vi era un quarto esemplare, anch’esso in posizione molto evidente e vicinissimo al passaggio.

I luoghi del ritrovamento sono caratterizzati dall’assenza di vegetazione lungo il fiume, che risultano quindi “aperti” e pienamente visibili: i responsabili devono aver atteso che gli animali si alzassero in volo o fossero ben visibili in acqua, per poi colpirli con arma da fuoco, abbandonandone i corpi sul posto in quanto preoccupati di poter essere scoperti.

Nel posto possono esservi altri esemplari uccisi non ancora rinvenuti. Viene inoltre stigmatizzato il silenzio e l’inazione dei residenti della zona, nonostante la presenza di diverse abitazioni nelle immediate vicinanze […]”.

Le fattispecie penali

I fatti descritti nella denuncia ravvisano gli estremi di molteplici illeciti penali, siano essi di natura generale che speciale in materia di tutela della fauna e del benessere animale, infatti:.

Uccisione di animali: l’uccisione delle oche selvatiche protette,
compiuta senza necessità e con crudeltà, costituisce il reato di cui all’art. 544-bis
c.p.

L’uccisione di esemplari di fauna selvatica protetta lede il patrimonio indisponibile dello Stato, configurano un ulteriore danno ambientale e paesaggistico:

Uccisione di fauna selvatica protetta: le anatre selvatiche rinvenute sono appartenenti a specie particolarmente protette il cui prelievo, uccisione, cattura o detenzione sono vietati dall’art. 30, lett. d, g, I. 157/1992.

Divieto di caccia (nei tempi e nei modi): l’azione sarebbe stata compiuta in un’area non destinata alla caccia, trattandosi di un argine fluviale in prossimità di centri abitati, ed in ciò si configurerebbe il reato di cui all’art. 30, comma 1,
lett. b) della L. 157/1992.

Amarezza condivisa

Concludono amaramente i “Centopercentoanimalisti”:

“Tali episodi di bracconaggio e maltrattamento animale ledono interesse pubblico alla conservazione della biodiversità e al rispetto degli esseri senzienti. La condotta degli ignoti si inserisce in un contesto di grave allarme sociale e pertanto richiede un intervento repressivo deciso”.