Covid, Zaia: “Se confermato, il Veneto potrebbe comprare 27 milioni di dosi di vaccino” | +638 positivi | Dati 16 febbraio 2021
Tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti sull'emergenza sanitaria insieme al Governatore Luca Zaia.
Tanti gli argomenti affrontati dal Governatore del Veneto, Luca Zaia, in occasione del consueto aggiornamento sull’emergenza sanitaria in corso: tema principe, l’acquisto di dosi di vaccino che sembra siano presenti sul mercato ma che potrebbero essere “acquistate” dalle Regioni, non vincolate come lo Stato all’approvvigionamento di tali prodotti.
Covid, il bollettino quotidiano
Sono 3905023 tamponi molecolari, quelli rapidi, invece, 2924104. Nelle ultime 24 ore trovati 638 positivi, su 35mila 030 tamponi: 1,82 per cento di incidenza. Numero di positivi in totale 322354 dall’inizio, da un anno dello scoppio della crisi, 21 febbraio 2020. Positivi ad oggi sono 24mila 253: un dato importante: sono in isolamento. Venti giorni fa erano 100mila, grazie al tracciamento veneto. Ricoverati totali: 1518, 136 (meno 12) terapie intensive e 1382 in area non critica (meno 51). Una tendenza in continuo calo, fortunatamente, ma la partita non è finita: ci sono stati più 42 i morti in un giorno, mentre sono 92 le persone dimesse.
I commenti e le paure: “Non abbassiamo la guardia”
Abbassare la guardia? Secondo il Governatore Luca Zaia, che si è espresso in modo molto chiaro nel corso del consueto bollettino sull’emergenza sanitaria, non sarebbe proprio il caso. La preoccupazione è che questi dati positivi degli ultimi 50 giorni siano scuse per poi non rispettare le regole.
“Non giochiamo alla roulette russa, teniamo mascherina e distanziamento – ha dichiarato Zaia – Tre regole con effetto migliore del lockdown. Oggi viviamo in una libertà mascherata. Non ci siamo nemmeno accorti che oggi, martedì 16 febbraio 2021, è l’ultimo giorno di Carnevale.
Facciamo attenzione: ne veniamo fuori con un lavoro di squadra. Siamo preoccupati. Per fine febbraio faremo un bilancio. L’inizio di febbraio è stato un banco di prova importante. Ma queste settimane sono fondamentali. Stiamo accelerando sul fronte delle scuole: gli occhi sono tutti puntati sulle varianti, un tema che abbiamo sollevato noi per primi in Italia”.
Il tema delle varianti e il mondo della scuola
Il Veneto già il 24 dicembre aveva trovato una variante inglese del virus. Ce lo ricordiamo tutti, quel giorno, quando il Governatore Zaia, nel bollettino sul Covid aveva annunciato la notizia.
“Se queste varianti peseranno in modo forte l’impatto sarà turbolento nella nostra regione – ha continuato – Noi vogliamo entrare nelle scuole come da progetto per passare in rassegna tutti i plessi scolastici con misurazioni del livello di diffusione. Nelle terze medie vorremmo usare il test di screening autonomo fai da te.
Facciamo molta attenzione: la variante inglese è presente. Fino al 5 di marzo (data di scadenza del Dpcm) non modifichiamo percentuale al 50 di studenti in presenza. E’ una scelta di prudenza. Israele è più avanti di noi di circa quattro mesi sulla pandemia, si ritrova oggi 50mila bimbi contagiati”.
Piste da sci
Altro tema “caldo” in questo inverno Covid, è quello della riapertura, o meglio della repentina decisione di non riaprire, gli impianti sciistici.
“Raccolgo la desolazione degli operatori – ha chiarito – Questo settore è stato fortemente colpito, e faccio appello al Governo per indennizzare i danni provocati dalla chiusura repentina. Il nostro comparto dello sci è messo male. Alcuni operatori hanno impegnato delle spese e oggi si trovano chiusi. Il 5 marzo finirà la stagione, quindi è un problema che va affrontato seriamente”.
Il punto sui vaccini
Focus, a margine della conferenza stampa del Governatore Zaia, sui centri di vaccinazioni di massa, vero e proprio cardine della campagna di vaccinazione che coinvolgerà ampie porzioni della popolazione.
“Stiamo investendo tutte le nostre forze per questo obiettivo – ha dichiarato – Ieri ho parlato con il Commissario Arcuri. Il dottor Flor ha chiesto il numero di lotti dei vaccini. Un punto è certo: se ci fosse confermata la fornitura da 27 milioni di dosi (che attualmente sembra essere sul mercato), da due intermediari diversi, il Paese non potrà girarsi dall’altra parte.
Vogliamo i numeri dei lotti per fare delle verifiche: non facciamo politica. Abbiamo 5 milioni di Veneti che possono e vogliono farsi vaccinare. Noi vogliamo che si vaccinino. Ho idea che da qui a un mese il mercato sarà bello pieno di vaccini: Pfizer, Johnson, Moderna, AstraZenea. L’unica via di uscita è quella del vaccino.
Spero nel Veneto Covid free per far ripartire la regione. Non parliamo di soldi, parliamo di vita. Il turismo? Pensate che il 66 per cento viene da fuori Italia. Questo ci deve far ragionare. E poi chiudo sull’argomento degli intermediari nella trattativa acquisti di vaccini. Non tutti sono esperti di aspetti commerciali. Ma le aziende produttrici in generale non vanno in giro con la valigetta per vendere i prodotti. Hanno degli intermediari. Funziona così”.
In estrema sintesi, per spiegare il meccanismo, che ancora oggi non è assolutamente chiaro e definito, il Veneto come regione potrebbe diventare un interlocutore alternativo allo Stato per l’acquisto, extra UE, di un quantitativo ingente di vaccini. Questi, poi, potrebbero essere condivisi con tutte le altre regioni italiane.