Nei giorni scorsi i Carabinieri della Stazione di Piove di Sacco hanno dato esecuzione all’ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e il divieto di dimora, a carico di un uomo residente nella Saccisica, ritenuto responsabile, in ipotesi accusatoria, del reato di atti persecutori ai danni dell’ex fidanzata (in copertina: immagine di repertorio).
Minacciata e perseguitata per mesi dopo la fine della storia
Come riferito da una nota dei Carabinieri di Padova diffusa alla stampa domenica 30 novembre 2025, secondo l’ipotesi accusatoria, l’ex con reiterate condotte, iniziate lo scorso febbraio e che durano tuttora, molestava e minacciava l’ex fidanzata durante e dopo la fine della relazione, manifestando comportamenti ossessivi tali da provocarle un grave stato di ansia e di paura, oltre a un fondato timore per la propria incolumità e quella degli altri, costringendola a modificare le proprie abitudini di vita.
Lo scorso gennaio, la donna, a causa del burrascoso rapporto che si era creato, costellato da frequenti litigi dovuti anche a continui tradimenti, decideva di interrompere la relazione sentimentale con l’indagato, iniziata tre anni prima.
Lei ha dovuto cambiare abitudini per paura
Terminata la relazione, l’ex compagno ha subito iniziato a manifestare comportamenti ossessivi nei confronti della donna, inoltrandole continuamente e insistentemente messaggi, presentandosi alla sua abitazione e contattando le sue amiche per sapere se intrattenesse altre relazioni amorose.
La donna ha cominciato così a cambiare continuamente le sue abitudini di vita, cominciando dal tragitto casa-lavoro cercando di variare il più possibile i suoi orari in modo tale da evitare di incontrarlo, fino ad arrivare ad installare una telecamera alla porta d’ingresso dell’abitazione.
Scatta la denuncia e il divieto di avvicinamento
Attraverso l’attività investigativa condotta, supportata dalla denuncia presentata dalla parte offesa e dalle dichiarazioni testimoniali delle conoscenti e amiche della donna, gli inquirenti hanno rapidamente chiuso il cerchio attorno al presunto autore, consentendo alla Procura della Repubblica di Padova di richiedere ed ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa.
L’indagato, a seguito del rifiuto dell’applicazione del “braccialetto elettronico” è stato sottoposto alla misura del divieto di dimora nel comune di residenza della parte offesa.
Si evidenzia che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che l’indagato deve ritenersi non colpevole fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna.
Ancora una volta, l’invito che l’Arma rivolge a tutte le donne che stanno vivendo una situazione di disagio fatta di violenza fisica, psicologica, sessuale o economica è di non esitare a chiedere aiuto. Le Istituzioni sono pronte ad intervenire già ai primi segnali di una deriva patologica delle relazioni affettive. Si consiglia di rivolgersi ai Carabinieri tramite il numero di emergenza 112 o contattando i Centri Antiviolenza che offrono supporto psicologico, legale ed economico alle vittime, tramite il numero 1522, per ricevere consulenze telefoniche 24 ore su 24.