La Procura della Repubblica di Rovigo ha richiesto e ottenuto dal GIP di Rovigo una misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare, con prescrizione di non avvicinarsi all’abitazione e agli altri luoghi frequentati dalla compagna, che è stata eseguita dai Carabinieri della Stazione di Lozzo Atestino su delega della medesima Procura nei confronti di un soggetto di 32 anni domiciliato a Padova, ritenuto responsabile, in ipotesi accusatoria, del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della convivente, per i fatti commessi da marzo al 26 ottobre 2025 a Padova e Lozzo Atestino (in copertina: immagine di repertorio).
Una gelosia ossessiva
La coppia si era conosciuta otto mesi prima dei fatti e dal mese di marzo 2025 aveva deciso di convivere prima in una abitazione di Padova, per poi trasferirsi a settembre a Lozzo Atestino.
Dopo un breve periodo iniziale di tranquillità, la convivenza era stata connotata da una forte gelosia del 32enne nei confronti della compagna, sottoponendola a violenze fisiche e psicologiche tali da renderle mortificante ed intollerabile l’esistenza.
Picchiata e spiata sul cellulare
Infatti il 32enne nel corso delle liti scaturite dalla sua gelosia oppressiva nei confronti della compagna, la denigrava con espressioni ingiuriose e offensive, colpendola con calci e schiaffi, tirandole i capelli, e talvolta prendendole anche il cellulare per controllarne le conversazioni o per impedirle di registrare o chiamare qualcuno.
Non poteva più uscire con le amiche
Con il passare del tempo gli atteggiamenti del 32enne sono divenuti sempre più ossessivi, fino ad arrivare al punto di impedire alla compagna di uscire liberamente con le amiche o con la sorella, e se contrariato, come successo in alcuni episodi, la minacciava di morte, in un caso strattonandola spingendola contro la ringhiera del terrazzo costringendola ad abbassarsi per evitare di cadere di sotto ed impendendole poi di allontanarsi dall’abitazione.
In un’altra occasione al rientro della vittima da una cena di lavoro, dapprima cominciava a sputarle addosso in quanto contrariato dal fatto che fosse uscita senza di lui, poi la minacciava di morte, infine la strattonava, le tirava i capelli e la colpiva con uno schiaffo all’altezza della coscia, lasciandole del rossore.
Divieto di avvicinamento
Nel corso dell’esecuzione della misura, l’indagato ha rifiutato l’applicazione del “braccialetto elettronico” ed è stato sottoposto quindi alla misura del divieto di dimora nel Comune di residenza della persona offesa.
Il procedimento è in fase di indagini preliminari e la colpevolezza dell’indagato potrà essere provata solo all’esito del giudizio.
Ancora una volta, l’invito che l’Arma rivolge a tutte le donne che stanno vivendo una situazione di disagio fatta di violenza fisica, psicologica, sessuale o economica è di non esitare a chiedere aiuto. Le Istituzioni sono pronte ad intervenire già ai primi segnali di una deriva patologica delle relazioni affettive. Si consiglia di rivolgersi ai Carabinieri tramite il numero di emergenza 112 o contattando i Centri Antiviolenza che offrono supporto psicologico, legale ed economico alle vittime, tramite il numero 1522, per ricevere consulenze telefoniche 24 ore su 24.