La storia di Marco

Trovato a Padova l’erede (milionario?) del dj svedese morto di Covid: “Sono io quel figlio mai riconosciuto”

Il ritrovamento grazie agli appelli televisivi di “Chi l’ha visto?”

Trovato a Padova l’erede (milionario?) del dj svedese morto di Covid: “Sono io quel figlio mai riconosciuto”

E’ stato trovato a Padova, dopo sessant’anni di silenzio e una lunga caccia internazionale, il misterioso erede del dj svedese Malcolm, uno dei pionieri della musica nera in Svezia. Marco, 67 anni, non sapeva di essere figlio di quel padre che non aveva mai conosciuto e che lo aveva nominato erede universale prima di morire di Covid nel 2021. La svolta è arrivata grazie agli appelli televisivi di “Chi l’ha visto?”.

Una storia d’amore di sessant’anni fa

Tutto nasce da un colpo di fulmine a Londra, nei primi anni Sessanta. Malcolm, giovane appassionato di musica, aveva conosciuto in una discoteca una ragazza italiana, forse triestina, in Inghilterra come ragazza alla pari. Da quella breve relazione era nato un bambino, ma il destino li aveva presto separati: lei, rimasta incinta, aveva perso il lavoro ed era tornata in Italia, mentre lui era stato inviato a Cipro per il servizio militare.

Finita la leva, Malcolm si era trasferito in Svezia con la futura moglie Mona, dove era diventato un dj molto conosciuto, tra i primi di colore nel Paese. Non aveva mai potuto rintracciare il figlio, ma non lo aveva dimenticato. Prima di morire, lasciò scritto di volerlo come erede.

La corsa contro il tempo

A quasi quattro anni dalla morte del marito, Mona si era rivolta al programma “Chi l’ha visto?” per lanciare un appello:

“Mio marito ha sempre sognato di incontrare suo figlio. Vorrei solo che sapesse quanto lo ha amato, anche da lontano”.

Il termine per reclamare l’eredità — un patrimonio consistente, anche se non si sa esattamente a quanto ammonti — scadeva il 30 novembre 2025, secondo la legge svedese.

La ricerca sembrava destinata a finire nel nulla, finché una lettrice padovana, leggendo un articolo sul caso, ha avuto un’intuizione. Ha riconosciuto in una delle foto d’epoca quel bambino con la maglietta a righe che le ricordava un conoscente, un uomo mite e riservato che viveva in città. Gli ha scritto una lettera anonima, allegando l’articolo e poche parole:

“Se ti riconosci in questo bambino, contatta Chi l’ha visto?”.

La lettera (foto di Chi l’ha visto?)

La scoperta e l’emozione

Marco, che non guarda la televisione e non usa i social, ha aperto la busta quasi per caso.

“Appena ho visto quella foto ho capito”, ha raccontato in tv. “Sono io, questa è la mia storia”.

Le foto di Marco (foto di Chi l’ha visto?)

Marco ha poi ricordato la madre, morta giovane, e il modo in cui scherzava sulle sue origini:

Diceva sempre che ero ‘stampato a Londra e nato in Italia‘”.

Oggi Marco è seguito dai servizi sociali, ma conserva lucidità e dolcezza nelle parole:

“Non mi sono mai chiesto chi fosse mio padre. Non c’è nessun risarcimento da cercare, perché ho vissuto bene con mia madre. Non mi sono mai sentito solo”.

La storia di Marco (foto di Chi l’ha visto?)

Il riconoscimento grazie a una foto

L’elemento decisivo è stato un dettaglio di una vecchia fotografia: una maglietta a righe che la madre di Marco amava tanto e che lui ricordava perfettamente. La stessa che compare nelle immagini inviate da Mona alla trasmissione Rai.