Amara la costatazione tratta dalla Cgil padovana al termine di uno studio sulla condizione delle famiglie italiane.
I risultati sono stati il pretesto per portare alla ribalta la situazione e per partecipare alla manifestazione nazionale organizzata a Roma lo scorso 25 ottobre, perché la vita quotidiana si fa ogni giorno più difficile da sostenere:
“Ormai – dicono dal sindacato – in Italia si nasce per lo più poveri e tali si rimane, salvo diventare poveri anche pur disponendo di un lavoro”.
Povertà e legge di bilancio 2026
“Il Governo farebbe cassa sulla povertà e sull’esclusione sociale” hanno protestato dalla Cgil nella manifestazione di Roma.
Si moltiplicano i bonus, ma il Governo non ha un piano sulle politiche sociali: le famiglie e le persone ai margini sono abbandonate ed afflitte dall’aumento della povertà in Italia.
La povertà è il record italiano
Una persona su 10 in Italia è povera ed il lavoro è causa di precarietà e discontinuità a causa del part-time e dei bassi salari.
Col passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione, la platea dei beneficiari è dimezzata.
La povertà assoluta è strutturale
Sarebbero 2,2 milioni le famiglie in povertà assoluta, per un totale di 5,7 milioni di persone e 1,3 milioni di minori (il 13,8% dei minori residenti, ovvero 1 su 8).
Lavoratori e stranieri ai margini: il 15,6% delle famiglie con persona di riferimento operaia o assimilata e il 35,2% nelle famiglie composte da persone straniere sono in povertà assoluta.
Affitti killer: più di 1 milione di famiglie in affitto (22,1%) in povertà assoluta.
Inadeguate le ricette annunciate dal Governo
“Mancette” con la “Carta dedicata a te” per acquisto di beni alimentari, Bonus a careviger e lavoratrici madri e la revisione degli indici ISEE per ottenere agevolazioni, non sarebbero misure sufficienti.
Le proposte dell’opposizione
Insomma, in un quadro – che non è neppure difficile da credere – a tinte tanto fosche, quale sarebbe la via d’uscita proposta dalla opposizione al Governo?
Eccola:
- Strumento universalistico di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito
- Servizi sociali territoriali e servizi di cura e conciliazione diffusi nei territori
- Servizi per contrastare il disagio abitativo, energetico, alimentare
- Contrasto alla precarietà e alla discontinuità lavorativa
- Aggiornamento dei livelli salariali all’erosione inflazionistica
- Presa in carico pubblica dei bisogni delle persone marginalizzate e delle loro fragilità
- Redistribuzione della ricchezza tassando i profitti e finanziando il welfare

Per superare lo stigma della povertà, appunto, dato che oggi in Italia poveri si nasce, si rimane e si diventa, pur lavorando, serve invertire la rotta per restituire dignità alle persone.