Nei giorni scorsi i Carabinieri della Stazione di Limena hanno dato esecuzione all’ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, con l’applicazione del braccialetto elettronico, a carico di un uomo residente a Campodoro, ritenuto responsabile, in ipotesi accusatoria, dei reati di atti persecutori, violazione di domicilio e diffusione non consensuale di immagini sessualmente esplicite ai danni della ex compagna (in copertina: immagine di repertorio).
Gelosia ossessiva
Secondo l’ipotesi accusatoria, ricostruita dai Carabinieri in una nota stampa diffusa alle redazioni, l’ex compagno, con reiterate condotte iniziate lo scorso marzo e tuttora perduranti, ha posto in essere tutta una serie di atteggiamenti persecutori dettati da una malsana gelosia nei confronti della ragazza, pretendendo di controllarle il telefono cellulare, colpevolizzandola quando interagiva con altri uomini, richiedendo con insistenza via messaggio informazioni su dove e con chi si trovasse, alludendo in modo ostinato e plateale, anche in presenza di terzi, ad ipotetici tradimenti.
Controllo dei messaggi, pedinamenti in casa e a lavoro e invio di sue foto intime
L’ex compagno, che aveva ripreso una frequentazione con la vittima dopo la prima relazione, ha cominciato ad assillarla, cercando di convincerla a riallacciare la relazione, controllandola in maniera compulsiva con messaggi offensivi e minatori, appostandosi davanti casa e pedinandola anche sul luogo di lavoro, fino ad arrivare ad introdursi illecitamente in orario notturno nel giardino dell’abitazione e minacciarla di morte; da ultimo, avrebbe minacciato e poi dato corso all’invio a un terzo soggetto di foto intime della ragazza.
Lei costretta a cambiare abitudini
La condotta dell’ex compagno l’ha costretta a modificare sensibilmente le proprie abitudini di vita, provocandole uno stato di gravissimo turbamento emotivo, confluito in una sorta di costante e gravissima delimitazione della libertà di movimento e di autodeterminazione.
Divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico
Attraverso l’attività investigativa condotta, supportata dalla denuncia presentata dalla parte offesa e dalle dichiarazioni testimoniali rese da parenti e colleghi della vittima, gli inquirenti hanno rapidamente chiuso il cerchio attorno al presunto autore, consentendo alla Procura della Repubblica di Padova di richiedere ed ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico.
“Si evidenzia che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che l’indagato deve ritenersi non colpevole fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna”.
Chiamare il 112 o il 1522
Ancora una volta, l’invito che l’Arma rivolge a tutte le donne che stanno vivendo una situazione di disagio fatta di violenza fisica, psicologica, sessuale o economica è di non esitare a chiedere aiuto.
“Le Istituzioni sono pronte ad intervenire già ai primi segnali di una deriva patologica delle relazioni affettive. Si consiglia di rivolgersi ai Carabinieri tramite il numero di emergenza 112 o contattando i Centri Antiviolenza che offrono supporto psicologico, legale ed economico alle vittime, tramite il numero 1522, per ricevere consulenze telefoniche 24 ore su 24″.
