Campiello 2025

In attesa dei big, Campiello Giovani finisce ad Arquà Petrarca: vince il 17enne padovano Giacomo Bonato

Giacomo Bonato premiato per "Verso Oriente". Ora vediamo chi la spunta tra Marasco, Stassi, Prunetti, Pareschi e Belpoliti

In attesa dei big, Campiello Giovani finisce ad Arquà Petrarca: vince il 17enne padovano Giacomo Bonato

Questa sera, 13 settembre 2025, appuntamento alle 20:30 al Teatro La Fenice di Venezia per sapere quale è il romanzo vincitore del premio che gli Industriali del Veneto assegnano per la 63^ volta: il “Campiello” .

La serata per l’assegnazione del prestigioso riconoscimento letterario sarà condotta dalla nota giornalista  Giorgia Cardinaletti, alla quale farà da spalla Luca Barbarossa, cantautore e conduttore, che nei suoi interventi musicali sarà accompagnato dalla sua Band.

Finalisti Premio Campiello 2025

La ‘vera da pozzo’, simbolo di Venezia, sarà appannaggio di uno dei seguenti finalisti:

  • Di spalle a questo mondo (Neri Pozza) di Wanda Marasco;
  • Bebelplatz (Sellerio) di Fabio Stassi;
  • Inverness (Polidoro) di Monica Pareschi;
  • Nord Nord (Einaudi) di Marco Belpoliti;
  • Troncamacchioni (Feltrinelli) di Alberto Prunetti.

I Giovani al Campiello

In attesa dei big, frattanto, Giacomo Bonato, 17enne di Arquà Petrarca (PD), ha vinto la 30^ edizione del Campiello Giovani con il racconto “Verso Oriente”, scelto dalla Giuria dei Letterati, presieduta da Giorgio Zanchini con la seguente motivazione:

“Ricostruisce con ritmo e competenza storica la vita mercantile di Venezia all’epoca della battaglia di Lepanto. Il genere del racconto storico è dominato dal diciassettenne Bonato con grande mestiere, e sottili richiami a temi attuali (l’istituzione del ghetto di Venezia, la libertà di culto per i cristiani presso gli Ottomani, l’influenza nella politica di guerra del denaro – banche e prestiti). Il finale apre al tema del desiderio, sempre irrealizzato: la guerra, per cui il mercante Zorzi ha fornito la Serenissima di legname per le galere, gli consente di accostare, come ha sempre sognato, Costantinopoli – ma non di vederla; per Bonato l’evidenza letteraria non è dalla parte dei sogni, ma della vita feconda dei suoi mercanti di Venezia, e della storia”.