Riconversione impianto di biogas che da 13 anni trasformava in energia un sottoprodotto delle barbabietole
Portata oggi sul campo la guerra tra territorio e impianto per il biometano. Ma la deliberazione di Giunta è del 2024.

Sarà che si perde memoria di tutto, anche del fatto che l'impianto è stato sino ad oggi gestito nel rispetto di tutte le regole e del territorio circostante, fatto sta che davanti alle novità c'è sempre qualcuno che ha qualcosa da eccepire partendo, evidentemente dalle criticità.
L'impianto di Pozzonovo era stato inaugurato a fine novembre 2012 ed era il primo impianto a biogas in produzione che avrebbe utilizzato, fra le varie matrici, la polpa surpressata di spettanza dei bieticoltori soci dell'Associazione Nazionale Bieticoltori.
“L'impiego della polpa di barbabietola nella filiera biogas – ebbe a dire Mario Guidi, dirigente del sodalizio - nasce dalla necessità di garantire, con una più alta remunerazione, il prezzo della barbabietola, negli anni in cui sono terminate tutte le forme di aiuti pubblici. Con questo progetto abbiamo consentito al settore bieticolo-saccarifero di poter camminare con le proprie gambe in un momento difficile, all’indomani della disastrosa riforma dell’Ocm zucchero del 2006. Grazie alla conversione energetica delle polpe, per la campagna 2012, Anb ha assicurato un importo pari a 5,9 euro per tonnellata di barbabietola da zucchero conferita, corrispondente a una valorizzazione della polpa surpressata pari a 43,70 euro/ton.”.
Non parliamo della logistica e dei trasporti, insomma, fino ad oggi solo aspettative positive rispettate.

Dopo tredici anni, necessità di riconversione
La decisione di riconvertire la produzione da biogas e biometano, le cui motivazioni tecniche, logistiche, economiche saranno sicuramente state oggetto del piano di riconversione industriale da presentare alla Regione, però non bastano alla Capogruppo regionale del PD, Vanessa Camani, che dalla Giunta Regionale vuole sapere, appunto, se essa stia tenendo in debito conto le osservazioni presentate dal Comune.
Ovvero, la Società agricola Agrimetano Pozzonovo S.r.l. nel riconvertire l'attuale impianto a biogas in uno a biometano terrà conto delle preoccupazioni espresse dalla cittadinanza e dalla stessa amministrazione comunale? (In copertina un moderno silo di stoccaggio)
Ecco la Camani:
"A pochi mesi dalla voltura di un titolo abilitativo, ottenuta per far entrare in esercizio un impianto di produzione di energia alimentato da biogas di origine agricola, la stessa società ha presentato domanda per convertire questo impianto in uno a biometano, con capacità produttiva pari a 500 Smc/h, alimentato non più soltanto da biomasse vegetali, ma anche da reflui zootecnici. Una trasformazione che sta sollevando perplessità e preoccupazioni tra i cittadini e a livello istituzionale, visto che il Comune di Pozzonovo ha segnalato una serie di carenze progettuali".
L'ampliamento delle matrici vegetali a quelle animali comporterà odori, probabilmente si chiede alla Giunta?
O, ancora si sta tenendo conto del fatto che:
"L’ampliamento e la riconversione dell’impianto comporterebbe un considerevole aumento del traffico di mezzi pesanti lungo tutta la viabilità secondaria comunale, stimato in 74.400 tonnellate di materiale portato su rimorchi dal peso variabile tra 22 e 26 tonnellate".
Quali le priorità?
"I cittadini e gli amministratori vogliono inoltre avere garanzie - protestano i dem - rispetto ai prodotti che dovrebbero alimentarlo, per essere certi di non respirare sostanze che potrebbero nuocere gravemente alla loro salute. La combustione di prodotti di origine zootecnica potrebbe comportare l’emissione in atmosfera di sostanze odorigene che certamente rappresenterebbero un problema. Si teme, inoltre, anche l’ulteriore aumento dell’inquinamento ambientale ed acustico, con ripercussioni negative su salute, benessere e sicurezza degli abitanti. Uno scenario che certamente comporterebbe svalutazioni immobiliari, col rischio di un progressivo spopolamento di Pozzonovo".
Si sta davvero anteponendo la tutela della salute e gli interessi della popolazione di Pozzonovo, all’interesse dell’azienda che ha presentato la domanda di conversione dell’impianto che allo stesso territorio da lavoro?
E perché la stessa Camani che, più di noi o del popolo ha accesso alle carte, quelle comunali e quelle regionali, non è partita dall'esame di fattibilità che potrebbe risultare dalle stesse, piuttosto che cominciare mettendo gli interessi degli uni contro quelli degli altri?

A molte risposte si potrebbe arrivare già andando al Bur n. 20 del 09 febbraio 2024 che in materia di "Energia e industria" pubblica la Deliberazione della Giunta Regionale n. 65 del 29 gennaio 2024 alla quale vi porta il link: https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=523304