Vivere nell'intercapedine del cavalcavia Unità d'Italia: due nordafricani tra sporcizia e rifiuti
Condizioni igieniche indicibili nell'alloggio di fortuna frequentato da almeno sei persone senza fissa dimora

Due cittadini marocchini, senza fissa dimora, da una botola accedevano ad un vano sotto al piano stradale del moderno cavalcavia poco distante dalla Stazione di Padova ed a pochi passi da via Rismondo, sede del Comando Regionale dell'Arma dei Carabinieri, tra sporcizia e rifiuti di vario genere.
La Questura ha chiesto la rimozione dei materiali ed il ripristino delle condizioni di sicurezza del sito.
La segnalazione
Nel corso della loro attività di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio, i poliziotti dell’ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Padova, nel parcheggio degli autobus che si trova tra via Ricci e via Rismondo, erano andati a verificare una segnalazione che riferiva di un bivacco all’interno della struttura del cavalcavia.
L'operazione in realtà risale allo scorso 12 giugno, anche se la Questura l'ha resa nota solo oggi. Ad ogni buon conto, erano circa le dieci e mezza dello scorso giovedì, quando la Sala Operativa riceveva la segnalazione da un autista di autobus, che notava i due soggetti stranieri intenti ad entrare all’interno della parte cava del ponte “Unità d’Italia”, attraverso una botola di servizio.
Controlli al luogo
Giunti sul posto, i poliziotti verificavano la fondatezza delle segnalazione ed a loro volta accedevano all’interno dello scheletro del ponte, aiutandosi con un "Newjersey" in plastica usato anche dai due stranieri per raggiungere il pertugio.
Una volta nella “pancia” del ponte, i poliziotti trovavano i due soggetti segnalati in uno spazio angusto e buio, altro non più di un metro e mezzo, nel quale erano ricavati almeno sei giacigli di fortuna.
Dallo stato dei luoghi si poteva immaginare che il posto fosse frequentato da tempo visti gli indumenti gettati ovunque, avanzi di cibo, effetti personali vari, bottiglie vuote, altre bottiglie piene di urina, escrementi e spazzatura di ogni tipo, che facevano apparire il luogo ormai assimilabile ad una vera e propria discarica, con una condizione igienico-sanitaria indicibile, come dimostrato dalla documentazione foto e video acquisita.
Controlli personali
Anche i due stranieri, al momento del controllo, non avevano documenti con sè e pertanto venivano accompagnati in Questura per l'identificazione: uno di 28 e l'altro di 32 anni, i cittadini marocchini venivano messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione per la verifica della loro posizione sul territorio nazionale e la regolarizzazione dei documenti di soggiorno.
Nel frattempo l'Azienda municipalizzata veniva incaricata dello sgombero e della messa in sicurezza del sito oltre che di informare l’Ente proprietario del ponte perché venisse interdetto l'accesso al cavedio di servizio.