Strangola la moglie e, credendo di averla uccisa, l’avvolge in un tappeto
Arrestato un 55enne di origine albanese, residente a Megliadino San Vitale

Un 55enne di origine albanese, residente a Megliadino San Vitale, è stato arrestato il 10 maggio con l'accusa di tentato omicidio aggravato e maltrattamenti in famiglia nei confronti della coniuge convivente.
Strangola la moglie, poi credendola morta la avvolge in un tappeto
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita dai Carabinieri della Stazione di Piacenza d’Adige, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rovigo, su richiesta della Procura della Repubblica, guidata dalla dott.ssa Manuela Fasolato.
Secondo le indagini, l’aggressione è avvenuta il 6 maggio scorso, nell’abitazione di famiglia.
L’indagato avrebbe afferrato la vittima al collo con entrambe le mani, stringendo con violenza fino a causare lesioni compatibili con uno stato di asfissia: ematomi evidenti, emorragie subcongiuntivali e perdita di coscienza. Convinto che non respirasse più, l’avrebbe trascinata fuori, sul terrazzo, e coperta con un tappeto. Solo il successivo intervento dei soccorsi ha evitato conseguenze irreparabili.
Ad allertare i soccorsi sono stati i vicini, preoccupati per le urla provenienti dall’abitazione. I Carabinieri, arrivati insieme al figlio della coppia, hanno trovato la donna in condizioni gravissime ma viva. L’arresto non è stato immediato: i militari hanno atteso il giorno successivo per formalizzare la misura, dopo aver raccolto la testimonianza della vittima e il referto medico, che documentava con chiarezza i segni del tentato strangolamento.
L’episodio si inserisce in un contesto di violenza domestica continuata, che – secondo gli inquirenti – sarebbe iniziato nell’agosto del 2024. Le condotte contestate includono minacce di morte quasi quotidiane, insulti, controllo ossessivo dei movimenti e dei contatti sociali, limitazioni economiche, e almeno un'altra aggressione fisica documentata il 26 agosto dello scorso anno.
Le indagini sono state condotte dal NORM dei Carabinieri di Este e dalla Stazione di Piacenza d’Adige. Il provvedimento restrittivo è stato motivato dalla presenza di gravi indizi di colpevolezza e dal concreto rischio di reiterazione di reati della stessa natura.