Polizia penitenziaria

Il sottosegretario Delmastro in visita al carcere di Padova. Frizioni con la Cgil

Dalle carceri di Padova e Rovigo le sigle sindacali confidano nell'impegno del Governo per un cambio di rotta strutturale

Il sottosegretario Delmastro in visita al carcere di Padova. Frizioni con la Cgil
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Il Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, è stato ieri lunedì 5 maggio 2025, in visita alla Casa di reclusione e alla Casa circondariale di Padova, accompagnato dal Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Enoch Soranzo.

Il tavolo di concertazione

Delmastro in questa legislatura è finito sotto i riflettori in primis perché durante una festa di Capodanno in provincia di Biella è partito un colpo di pistola che ha ferito il genero di un agente della scorta del sottosegretario (l'arma apparteneva al deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo).

Inoltre Delmastro, è stato condannato a fine febbraio per il reato di rivelazione del segreto d'ufficio, in relazione al caso dell'anarchico Alfredo Cospito. Il procedimento riguardava alcune dichiarazioni fatte a febbraio 2023 in Parlamento da Giovanni Donzelli, responsabile nazionale di Fratelli d'Italia e collega di partito di Delmastro. In quell'occasione, Donzelli riferì il contenuto di alcune conversazioni avvenute nell'ora d'aria nel carcere di Sassari tra Cospito e alcuni detenuti di camorra e 'ndrangheta, anche loro al 41 bis. Informazioni che Donzelli aveva avuto all'epoca dei fatti proprio da Delmastro.

Delmastro in visita al carcere di Padova

Per le rappresentanze sindacali - praticamente tutte - sedute al tavolo di confronto con i rappresentanti politici, è stato un momento costruttivo, di condivisione e di promesse di impegno.

Purtuttavia, si è dovuta registrare la protesta di parte della CGIL che, sentitasi esclusa dal tavolo di confronto col sottosegretario Delmastro, ha parlato di "Ennesimo atto d'arroganza del Governo".

La politica in ascolto

Essa che non è tra i firmatari del contratto che considera penalizzante per la Polizia Penitenziaria, ha insistito dicendo che il Governo non vuole ascoltare chi non accetta il confronto soprattutto se, come la CGIL, dà fastidio:

“Riteniamo – hanno insistito i rappresentanti della CGIL - che il comportamento del Sottosegretario sia vergognoso, proprio perché non ascolta quanti tutti i giorni rimagono a stretto contatto con il personale che lavora all’interno del carcere".

Al Sottosegretario che a Padova svolgeva la sua parte, è venuta in soccorso la vice capogruppo di FdI alla Camera, Elisabetta Gardini, la quale ha smentito che il partito di Landini non sia stato invitato al confronto:

"Le dichiarazioni della CGIL su una presunta esclusione dal confronto con il Sottosegretario Delmastro sono del tutto infondate. Il sindacato è stato regolarmente invitato all’incontro, come dimostra la documentazione ufficiale agli atti. È quindi evidente che si tratta dell’ennesima polemica pretestuosa e strumentale, utile solo ad alimentare tensioni e a distogliere l’attenzione dai veri problemi del sistema penitenziario".

La Gardini ha ricordato che Fratelli d’Italia:

"E' da sempre impegnata in un dialogo aperto e trasparente con tutte le sigle sindacali, a prescindere dalle loro scelte contrattuali. Chi rifiuta il confronto non può poi lamentarne l’assenza".

Se da casa CGIL si indignavano, la delegazione sindacale dell'USPP, in margine all’incontro con il Sottosegretario ha invece commentato:

"Nella giornata di ieri abbiamo incontrato il sottosegretario Delmastro nei due istituti padovani ed il nostro segretario provinciale, Marco Pani, lo ha ringraziato per la visita senza nascondergli le criticità dei due penitenziari: taglio del budget straordinario del primo semestre 2025, carenza ruolo ispettori, reparto bunker ospedale di Padova, assenza di un reparto isolamento, aggressioni ai danni del personale (ben 15 da inizio anno), mancato pagamento delle missioni del personale".

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Con gli operatori

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I complimenti

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L'ascolto

Dal canto suo, il Segretario nazionale Leonardo Angiulli, anch’egli presente, ha evidenziato le criticità del sovraffollamento che investe il Triveneto, secondo solo alla Lombardia, chiedendo l'adeguamento degli istituti penitenziari reso necessario dalla assegnazione di detenuti alta sicurezza o "41 bis".

"Il sistema penitenziario - ha detto Angiulli - è stremato dalle difficoltà oggettive quali l'invio dei detenuti presso i luoghi esterni di cura in codice rosso che poi si tramuta in un codice bianco, ad esempio. Riteniamo che sia una delle tante difficoltà oltre a quelle oggettive della gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche".

Visita anche a Rovigo

All'istituto rodigino dove la delegazione si è poi recata, al tavolo erano Marco Gallo e lo stesso Angiulli e sono state ribadite le criticità di organico, la presenza di detenuti di circuito alta sicurezza  eliminando il turnover che ha caratterizzato per anni l'Istituto di Rovigo.

Insomma, ieri le rappresentanze sindacali erano tutte presenti ad eccezione delle due sigle che non ne avrebbero più titolo proprio per essersi estraniate dalla linea generale adottata da tutte le altre.

La soddifazione per la visita

Perché allora CGIL grida al complotto?

Probabilmente perché non concorda su quanto disposto dallo stesso "Accordo nazionale per il triennio 2022-2024" che in merito alla partecipazione sindacale riservata alle sole OO.SS. firmatarie, dispone quanto segue:

“A decorrere dal 3 maggio 2025, le organizzazioni sindacali non firmatarie dell’Accordo – tra cui CGIL F.P./P.P. e F.S.A. C.N.P.P. – non devono essere convocate:

  • alle riunioni sindacali convocate dall’Amministrazione, in qualsiasi sede;
  • alle Commissioni Paritetiche ex artt. 22 e 26 del D.P.R. 395/1995;
  • alla Commissione di Garanzia e alle Commissioni Arbitrali Regionali".

Sulla base di queste indicazioni, come presumibilmente avvenuto anche ieri a Padova e Rovigo, le Segreterie delle varie sigle sindacali avranno invitato i loro rappresentanti ad evitare che al tavolo di concertazione avanti al Sottosegretario On. Dalmastro, sedesse chi non ne aveva titolo, nel rispetto delle norme contrattuali e a tutelare la legittimità della rappresentanza sindacale.

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