L'immunologa padovana Antonella Viola rifiuta la candidatura in Veneto: "La mia missione è la scienza"
"Il mio impegno nella ricerca, nella formazione dei futuri medici e nella divulgazione scientifica è il mio modo di servire la comunità"

Dopo un fine settimana di riflessione, l’immunologa padovana Antonella Viola ha annunciato lunedì 14 aprile 2025 la scelta di declinare la proposta della coalizione di centrosinistra di candidarsi come presidente della Regione Veneto alle prossime elezioni.
Antonella Viola dice no alla candidatura in Veneto
La decisione è stata comunicata attraverso un video di oltre cinque minuti, pubblicato lunedì mattina sui suoi canali social. Viola non nasconde di aver vissuto la proposta come un grande onore, ma anche con sorpresa.
"La mia prima reazione è stata: non sono in grado di fare una cosa del genere", confessa. Una risposta che, riflettendoci, ha compreso essere frutto di condizionamenti culturali e stereotipi di genere.
"Quando ne ho parlato con alcuni colleghi uomini, tutti mi hanno detto: Io lo farei subito. E lì ho capito che il mio dubbio non era legato alle competenze, ma a un retaggio culturale che spesso spinge le donne a sentirsi non abbastanza".
"Se dovessi definirmi - spiega Viola nel video - io sono donna, madre e scienziata". È proprio questa identità a guidare le sue motivazioni: "Sarebbe bello restituire qualcosa alla mia regione, ma io sento di farlo già ogni giorno, con la ricerca scientifica, con l’insegnamento e con la divulgazione. Tutte attività che richiedono indipendenza, rigore e neutralità".
Accettare una candidatura politica, spiega, significherebbe rinunciare alla libertà e all’autonomia che la scienza richiede.
"Non ho e non avrò mai la tessera di un partito”, precisa.
Il legame con il Veneto e la scelta di restare nella scienza
Nel video, Antonella Viola ha sottolineato il forte legame con il territorio veneto, dove è cresciuta, ha studiato e lavora.
"Ho un profondo senso di responsabilità verso questa terra, e sarebbe bello poterle restituire il tanto che mi ha dato".
Tuttavia, alla fine ha prevalso un altro tipo di responsabilità: quella verso la scienza.
"Il mio impegno nella ricerca, nella formazione dei futuri medici e nella divulgazione scientifica è il mio modo di servire la comunità. Ed è un compito che richiede neutralità, indipendenza e dedizione assoluta".
Gli altri possibili candidati del centrosinistra
Con il rifiuto di Viola, restano in lizza gli altri possibili candidati del centrosinistra.
Un altro nome molto discusso è quello di Andrea Crisanti, microbiologo e attuale senatore del PD. Anche lui è salito alla ribalta durante la pandemia per il modello di tracciamento applicato a Vo’ Euganeo. Crisanti ha manifestato disponibilità a candidarsi, ma ha posto delle condizioni ben precise: sarebbe pronto a scendere in campo solo se ci fosse un ampio consenso trasversale tra le forze di opposizione e un sostegno unanime da parte del Partito Democratico. Ha comunque precisato di non aver mai ufficializzato la propria candidatura, mantenendo un atteggiamento prudente in attesa degli sviluppi politici.
Nel panorama dei nomi possibili si inserisce anche Giacomo Possamai, giovane sindaco di Vicenza, considerato una delle promesse del centrosinistra veneto. Apprezzato per il suo stile amministrativo dinamico e attento ai temi della sostenibilità e dell’innovazione urbana, Possamai rappresenta la nuova generazione democratica. Anche se non ha ancora avanzato una candidatura ufficiale, il suo nome è spesso citato come opzione strategica per il PD, soprattutto in un’ottica di rinnovamento.
In caso di rinunce da parte delle figure più in vista, il partito potrebbe tornare a puntare su profili già consolidati come quello di Achille Variati, ex sindaco di Vicenza e figura storica del PD in regione, oppure su Vanessa Camani, attuale capogruppo in consiglio regionale.