A Padova

Un'altra aggressione nel carcere Due Palazzi, agente ferito da un detenuto

Sei giorni di prognosi per la guardia carceraria. La denuncia del sindacato Sappe: "E' stato un detenuto con lungo fine pena: questi carcerati hanno sempre dimostrato atteggiamenti violenti e menefreghisti"

Un'altra aggressione nel carcere Due Palazzi, agente ferito da un detenuto
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Il SAPPE (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria) ha diramato una nota stampa nel quale denuncia l'ennesima aggressione subita da una guardia carceraria da parte di un detenuto all'interno del carcere Due Palazzi di Padova. La più recente era stata segnalata durante l'anti-vigilia di Natale, quando un ispettore di Polizia aveva riportato gravi lesioni dopo essere stato colpito alle spalle.

Un'altra aggressione nel carcere Due Palazzi

Protagonista dei fatti, un detenuto di origini italiane con un lungo fine pena che, nella serata di mercoledì 12 febbraio 2025, ha aggredito un agente di navigata esperienza. Per lui, a seguito delle ferite riportate, è stata diagnosticata una prognosi ospedaliera di sei giorni.

Giovanni Vona, segretario del SAPPE per il Triveneto, a nome di tutto il sindacato ha voluto condannare fermamente l'ennesima aggressione subita da una guardia penitenziaria, circostanza che ancora una volta porta l'attenzione sulla delicata situazione delle carceri nazionali. Ma per il rappresentante SAPPE, tra le problematiche più rilevanti c'è sicuramente il comportamento irrispettoso e menefreghista di detenuti con lunghi fine pena:

“Sinteticamente, la dinamica dei fatti è relegata al senso di impunità che ormai regna negli istituti penitenziari veneti. Infatti, ormai i detenuti sanno benissimo che pur rendendosi recidivamente responsabili di fatti volentieri nei confronti del personale di PP in primis, nulla o quasi nulla gli viene fatto. Invero, se pur denunciati presso la competente autorità giudiziaria con ipotesi di reato contro la persona e non solo, all’interno del circuito penitenziario, per quanto blanda è l'azione disciplinare, il messaggio che passa è quello di totale impunità.

Ciò, è cosa assai più deleteria, allorquando si tratta di detenuti con fine pena lunghissimi e che negli anni hanno sempre dimostrato e assunto atteggiamenti violenti, minacciosi e altamente menefreghisti di un sistema penitenziario che dovrebbe recuperare detti soggetti attraverso una azione di rieducazione e di risocializzazione. In conclusione, ancora una volta non si comprende, come mai un soggetto con un curriculum criminis della peggiore specie, possa ancora rimane in un istituto penitenziario specializzato in attività trattamentale di alto livello”.

Giovanni Vona

Il carcere Due Palazzi di Padova rientra in questa specifica categoria di istituti penitenziari:

"Nella realtà detentiva della Casa di Reclusione di Padova, si realizzano circuiti trattamentali, quali corsi scolastici che partono da livelli  di alfabetizzazione fino a livelli universitari, una infinita di corsi di obbistica per arrivare alla specializzazione di professioni lavorative importanti. Attività queste, che possono raggiungere il risultato maggiore e sperato, solo se destinati a detenuti che vedono ciò come opportunità di riscatto sociale, ossia, non in coloro che vedono il carcere altro luogo dove continuare a delinquere e imporsi con metodi violenti pur di ottenere e soddisfare i loro capricci di veri delinquenti”.

"Un episodio che mi preoccupa"

Anche il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, una volta venuto a sapere dell'aggressione subita dall'agente penitenziario a Padova, ha voluto esprimere la sua solidarietà:

"Mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nella Casa di reclusione di Padova. Torno a denunciare come la consistente presenza di detenuti stranieri e/o con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri venete e del Paese.

Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano".

Proprio per questo motivo, è dura la posizione del sindacato:

“Gli attuali vertici ministeriali, dipartimentali e regionali devono assolutamente porre tra le priorità d’intervento la garanzia dell’incolumità fisica degli appartenenti al Corpo. Non si corra il rischio di lasciare le carceri in mano ai delinquenti. Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti”.

Ispettore carcerario colpito alle spalle da un detenuto

Come anticipato in apertura, il caso più recente di aggressione nella Casa Circondariale di Padova si è verificato lo scorso 23 dicembre 2024. In quell'occasione, un detenuto ha tirato un pugno alle spalle un ispettore di Polizia Penitenziaria causandogli lesioni gravi. Il colpo è stato sferrato durante una situazione descritta come tranquilla.

Le conseguenze sono state particolarmente gravi: immediato, infatti, è stato l'intervento dei sanitari del Suem 118, i quali hanno trasportato l'ispettore in ospedale, dove ha dovuto trascorrere un lungo periodo di convalescenza.

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