A Londra

Grenfell Tower, arriva l'ok alla demolizione a 8 anni dall'incendio in cui morirono anche due architetti veneti

Nella notte del 14 giugno 2017, il rogo scatenato da un cortocircuito di un frigorifero causò la morte di 72 persone, tra cui la padovana Gloria Trevisan e il fidanzato Marco Gottardi

Grenfell Tower, arriva l'ok alla demolizione a 8 anni dall'incendio in cui morirono anche due architetti veneti
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L'abbattimento della Grenfell Tower è stato formalmente approvato dal premier britannico Starmer.

La notte dell'incendio della Grenfell Tower

Nella notte del 14 giugno 2017 è divampato un incendio, innescato da un cortocircuito di un frigorifero difettoso situato al quarto piano dell'edificio. Inizialmente i vigili del fuoco, arrivati sei minuti dopo aver ricevuto la chiamata, sono riuscito a spegnere l'incendio all'interno dell'appartamento dov'era partito l'incendio.

Grenfell Tower in fiamme

Tuttavia, per colpa della qualità dei materiali del rivestimento esterno, il fuoco si è propagato verso i piani superiori, non permettendo ai pompieri di intervenire per l'eccessivo calore e per il rischio di danni strutturali. Il palazzo aveva 24 piani che ospitavano in tutto 600 persone divise in 120 appartamenti. Quella notte rimasero ferite 74 persone, di cui 20 gravemente, e persero la vita 72, tra cui Gloria Trevisan, 26enne padovana di Camposampiero, e il suo fidanzato Marco Gottardi, 28enne di San Stino di Livenza (Venezia).

Gloria Trevisan e Marco Gottardi, la beffa di quei tecnici che ridevano della certificazione antincendio
Gloria Trevisan e Marco Gottardi

L'edificio sarà abbattuto

Il premier britannico Starmer ha approvato l'abbattimento della Grenfell Tower, scatenando alcune proteste da parte di chi voleva mantenere lo scheletro o quel che rimaneva dell'edificio per conservarne la memoria.

Infatti, come Grenfell United, associazione che rappresenta le vittime ed i superstiti della tragedia, ha attaccato la vicepremier Angela Rainer, responsabile della politica edilizia, per aver incontrato a porte chiuse dei sopravvissuti e le famiglie delle vittime. Di fatto, secondo l'associazione, il governo si starebbe difendendo dalle proteste nascondendosi dietro alle "ragioni di sicurezza".

Molti però sostengono la demolizione, come i residenti dell'area, per poi creare qualcosa di significativo, come Giannino Gottardi, padre di Marco, che afferma:

"Noi riteniamo che non sia necessario tenere uno scheletro nefasto per ricordare una tragedia. La memoria si può tutelare anche facendo qualcosa di bello".

Infatti, il padre e la sua Fondazione onlus "Grenfellove" vogliono proporre come progetto per la memoria della tragedia:

"Abbattere completamente il grattacielo e, nello spazio che resta, piantumare ai bordi 72 alberi, come le vittime dell’incendio. Al centro si potrebbero mettere 72 steli di marmo bianco, che rappresenta la purezza. Una stele per ogni persona, con nome, cognome ed età. E poi al centro un movimento d’acqua, come una specie di cascata. L’acqua è l’elemento che sconfigge il fuoco".

Le parole del Presidente Zaia

“Troppo spesso si parla di ‘fuga’ per indicare giovani alla ricerca di benessere all’estero.  Gloria e Marco ci racconteranno sempre una storia che non è quella di un Eldorado ma quella di un serio impegno di vita. Una vita perduta in poche ore insieme al loro sogno. Non possiamo dimenticarlo e chiediamo che chi si trovi a passare dove sorgeva la Grenfell Tower possa trovare un segno che dia modo di dedicare a loro un pensiero e riflettere sul valore di quel sogno”.

Con questo auspicio, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, augura che non venga cancellata la memoria della tragedia della Grenfell Tower, il grattacielo londinese dove nel 2017 persero la vita tra le fiamme due giovani architetti veneti, Gloria Trevisan e Marco Gottardi.

“La memoria è un grande bagaglio per vivere il presente ed è una delle più nobili inclinazioni dell’essere umano – prosegue il Governatore -. Parlare di Grenfell Tower per noi veneti significa tenere vivo il ricordo di due giovani della nostra terra, Gloria e Marco, che, a Londra, lontano da casa, con il loro lavoro inseguivano un progetto di vita comune, coltivavano seriamente speranze per il futuro, mettevano a frutto esperienze di studi. Tutte aspirazioni naufragate nel dramma dell’incendio in cui hanno perso la vita anche altre 70 persone. Per questo, indipendentemente dal destino che sarà riservato ai resti dell’edificio, sono solidale con l’impegno dei familiari affinché il luogo della tragedia sia connotato da qualcosa di iconico che tenga vivo per sempre il ricordo delle vittime e inviti alla riflessione.

La memoria è un dovere per la società, è la prima risposta di giustizia per i familiari delle vittime e sopravvissuti, indipendente da quella garantita dalle indagini e dai tribunali – conclude Zaia -.  A New York dove sorgevano le Torri Gemelle è radicata la memoria dell’11 settembre, a Genova il risorto ponte dopo il crollo del Morandi conserva un memoriale dedicato alle vittime; il dolore ha bisogno di riferimenti materiali che lo esprimano dove ha le sue radici”

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