A Padova

Ispettore carcerario viene colpito alle spalle da un detenuto, la denuncia del Sindacato SAPPE

Il Sindacato denuncia la mancanza di risorse adeguate per gestire un numero sempre maggiore di detenuti. Capece (Segretario Gen. SAPPE): "Investite nella sicurezza per avere carceri più sicure"

Ispettore carcerario viene colpito alle spalle da un detenuto, la denuncia del Sindacato SAPPE
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Nuova aggressione al carcere di Padova. Nella giornata di ieri, lunedì 23 dicembre 2024, un detenuto ha colpito alle spalle un ispettore di Polizia Penitenziaria, causandogli lesioni gravi. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) denuncia una situazione sempre più critica e chiede interventi urgenti per migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro negli istituti penitenziari (in copertina: il carcere di Padova).

Un'altra aggressione al Due Palazzi

Secondo il SAPPE, il detenuto avrebbe sferrato un pugno colpendo l’ispettore alle spalle in una situazione che sembrava tranquilla. L’ispettore, trasportato d’urgenza in ospedale, sarà costretto a un lungo periodo di convalescenza.

"Non si placano le aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria nelle case di reclusione e circondariali del Triveneto", ha dichiarato Giovanni Vona, Segretario del SAPPE per il Triveneto. "In mattinata, un detenuto ha sferrato un pugno a un ispettore colpendo da dietro le spalle. L’ispettore è stato trasportato in ospedale e di sicuro rimarrà fuori servizio per parecchi giorni. Assenza questa che segue quella di altri agenti che in questi giorni sono stati oggetto di meschine aggressioni o che hanno riportato ferite perché sono intervenuti per sedare risse tra detenuti".

Vona ha poi sottolineato come il clima festivo sia particolarmente difficile per chi opera all’interno delle carceri.

"Le festività natalizie per il personale di Polizia Penitenziaria degli istituti penali di Padova hanno un sapore amaro, e ciò sia per l’aumento esponenziale degli eventi critici violenti e quasi sempre a danno dei poliziotti che operano in situazioni di ‘faccia a faccia’ con i detenuti più violenti. Questi ultimi fanno delle sane regole di convivenza motivo di sfida e lotta di egemonia nei confronti di chi rappresenta lo Stato all'interno dei penitenziari".

"Altro fattore che rende tutto ancora più difficile, nella gestione delle sezioni detentive a regime ordinario, ovvero, luoghi dove i detenuti passino il tempo senza una attività trattamentale intesa come tale sono l'alto numero di detenuti ricoverati presso le varie corsie ospedaliere, che di fatto impegna un numero massiccio di agenti, sostanzialmente sottratti al servizio di vigilanza delle sezioni detentive, rendendo il tutto ancora più difficile".

Si chiedono più risorse

A seguire, il sindacato ha voluto denunciare il problema del sovraffollamento nei carceri, oltre alla mancanza di risorse adeguate rendono la situazione insostenibile.

"L’alto numero di detenuti ricoverati presso le varie corsie ospedaliere impegna un numero massiccio di agenti, sottraendoli al servizio di vigilanza delle sezioni detentive, rendendo il tutto ancora più difficile" ha evidenziato Vona.

A livello nazionale, anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha commentato l’episodio, sottolineando il ruolo cruciale della Polizia Penitenziaria.

"Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non farà notizia".

"Investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, dentro e fuori dal carcere".

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