Investita dopo aver completato una consegna, due indagati per la morte di Sylvia Pallischeck
Entrambi sono stati iscritti al registro come atto dovuto, al fine di consentire il proseguimento delle indagini. Lunedì prossimo, 18 novembre, un consulente tecnico esaminerà le dinamiche dell'incidente
Continua l'inchiesta sulla tragica morte di Sylvia Pallischeck, la 61enne di origine tedesca investita e uccisa lo scorso 5 novembre mentre si trovava nel piazzale della Finesso, azienda di trasporti situata in via Vigonovese a Padova. Come confermato dall'avvocato dell'azienda Finesso, Marco Donà, sono ora formalmente indagati per omicidio colposo il camionista che l'ha travolta durante una manovra in retromarcia, e il legale rappresentante della ditta padovana.
Un'iscrizione formale al registro indagati
Un'iscrizione formale al registro degli indagati, per consentire il proseguimento delle indagini da parte della Procura, in seguito all'apertura dell'inchiesta sulla morte della 61enne. Secondo le prime ipotesi, Sylvia Pallischeck si trovava dietro un altro mezzo prima di raggiungere il proprio camion, ma non è ancora chiaro perché fosse passata in quella zona al momento dell’incidente.
Lunedì prossimo, 18 novembre 2024, un consulente tecnico esaminerà la dinamica dell’incidente. In particolare, si analizzeranno le azioni dell’autista e il motivo per cui abbia avviato la retromarcia risultata fatale. Si valuteranno anche le condizioni del piazzale della ditta, per verificare la presenza di percorsi pedonali tracciati e segnaletica di sicurezza adeguata. Una volta concluso l’esame del veicolo, il rimorchio sarà dissequestrato e potrà tornare in uso.
L'incidente nel piazzale
La 61enne, dipendente di una società di trasporti siciliana, aveva completato una consegna verso le 18,45 e stava concludendo le ultime formalità negli uffici della ditta padovana. Dopo aver lasciato i documenti necessari, si era avviata verso il suo veicolo per ripartire. È stato in quel momento che un altro mezzo in movimento non l’avrebbe notata, investendola e trascinandola per alcuni metri.
Sylvia, residente a Lecce e domiciliata a Brogliano (Vicenza), non era una dipendente diretta della Finesso, ma operava in azienda occasionalmente in base alle commesse di lavoro.
"La famiglia Finesso è stata profondamente colpita da quanto successo - ci aveva spiegato telefonicamente l'avvocato Marco Donà, legale dell'azienda padovana, esprimendo il cordoglio da parte sua e della famiglia Finesso - In 90 anni di storia lavorativa non era mai successo nulla del genere. Fino a tarda notte eravamo in contatto con gli inquirenti, e c'è piena collaborazione con gli stessi".
"La vittima non era una dipendente diretta dell'azienda, fa parte di un'altra realtà. Non appena saputa la notizia, la Finesso ha avvisato subito la ditta con cui la vittima lavorava".
La protesta
La morte di Sylvia ha subito scatenato una reazione da parte dei sindacati, in particolare dell'Adl Cobas che, in segno di protesta, lo scorso 7 novembre avevano deciso di mobilitarsi insieme ai magazzinieri del Padovano, esponendo bandiere e striscioni al piazzale della Finesso, criticando i ritmi strazianti della logistica e chiedendo più sicurezza nei luoghi di lavoro.
"Il tema della sicurezza è molto sentito nel settore - scrive l'Adl Cobas in un post su Facebook - perchè le aziende fornitrici e committenti subordinano troppo spesso la sicurezza dei lavoratori alle esigenze di celerità e soddisfazione dei clienti. Anche negli ambienti di lavoro - e sono molto pochi - dove vengono rispettate tutte le normative volte a prevenire infortuni e malattie professionali, l'intensificazione dei ritmi di lavoro e l'allungamento delle giornate lavorative possono mettere in situazione di rischio lavoratori e lavoratrici".