Ad Abano Terme

Accusato d'aver inscenato il suicidio di Nicoleta Rotaru, l'ex marito Erik Zorzi andrà a processo

Il camionista si trova in carcere dallo scorso marzo 2024 con l’accusa di omicidio della madre delle sue figlie avvenuto il 2 agosto del 2023

Accusato d'aver inscenato il suicidio di Nicoleta Rotaru, l'ex marito Erik Zorzi andrà a processo
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Si è tenuta oggi l'udienza davanti al Gup per stabilire se il caso di Nicoleta Rotaru, 37enne mamma di due bambine morta lo scorso 2 agosto 2023 ad Abano Terme andrà a processo.

Quello che fin da subito era sembrato un gesto estremo, secondo la Procura, in realtà è stato l'ennesimo tragico episodio di femminicidio.

A togliere la vita a Nicoleta sarebbe stato l'ex marito Erik Zorzi. A incastrarlo una prova decisiva: sul cellulare della 37enne è stato rinvenuto un audio in cui è registrato l'assassinio ma non solo. Il 42enne ha professato la propria innocenza davanti al Gup, che ha deciso per il rinvio a giudizio il prossimo 14 novembre.

Femminicidio Rotaru: rinvio a giudizio per Zorzi

Nell'udienza preliminare tenutasi oggi, 17 settembre, a Padova, Erik Zorzi si è professato innocente per l'omicidio di Nicoleta Rotaru avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 agosto del 2023 in via Rocca Pendice, ad Abano Terme.

Al termine delle indagini preliminari, il Gup ha deciso di riaprire il processo il prossimo 14 novembre davanti alla Corte d'assise di Padova.

Secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Maria Ignazia D'Arpa, il 42enne avrebbe strozzato Nicoleta, inscenando poi il suo suicidio.

La difesa del 42enne si prepara, dunque, a fronteggiare le "prove regine". Tra queste, la perizia medico legale effettuata dalla dottoressa Alessia Viero. Inizialmente, l'esito esplicitava il suicidio di Nicoleta, subito tramutato in omicidio non appena sono state rese note le registrazioni che incriminerebbero Zorzi.

Erik Zorzi

Una seconda prova da scardinare, quella più complessa, riguarda l’audio della notte del 2 agosto del 2023, che secondo l’avvocato del presunto omicida Silvia Masiero non sarebbe così univoca come descritta dalla gip Laura Alcaro nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 42enne ha, infatti, giustificato le urla della vittima come un tentativo respinto di avere un rapporto sessuale.

Infine, la perizia sulla porta del bagno, dalla quale sarebbe stato scardinato il pannello centrale per poter chiudere il chiavistello da dentro e incastrare Nicoleta.

Alla luce dei nuovi accertamenti che la difesa intende fare, non è esclusa la richiesta del rito abbreviato condizionato all’esito di una perizia psichiatrica per valutare un eventuale "vizio di mente di Zorzi".

Il testamento per proteggere le figlie

Nicoleta temeva che Erik Zorzi la uccidesse. Per questo, aveva confessato a due delle sue amiche più strette l'incubo che stava vivendo e il tentativo di ricostruirsi una vita. Come un nuovo lavoro, un trasloco e una nuova frequentazione.

Ma c'è un dettaglio ancor più importante: la 37enne, poco prima del tragico epilogo, ha rivelato di voler fare un testamento per proteggere le figlie e non lasciarle in custodia all'ex marito.

Una decisione presa mesi prima del femminicidio, inscenato come un suicidio nel box doccia del bagno la notte tra l’1 e il 2 agosto 2023 ad Abano Terme.

Nicoleta Rotaru
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