Salvini vuole vietare le corsie ciclabili e scoppia la polemica, anche Fiab Padova insorge
Il Presidente Mainardi: "Il nuovo codice andrebbe a togliere una sicurezza per i ciclisti"
Il nuovo Codice della Strada, proposto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, potrebbe vietare le corsie ciclabili. Si tratta di una notizia estremamente negativa perché le strisce segnalate da una linea di vernice sull'asfalto, rappresentano un'ottima alternativa su quelle strade in cui non è possibile costruire una vera e propria pista. Abbiamo avuto modo di parlare con Mario Mainardi, Presidente di Fiab Padova, che ci ha spiegato quali sarebbero le problematiche che una riforma simile potrebbe far emergere (in copertina: immagine di repertorio creata con l'intelligenza artificiale).
Il decreto contro le corsie ciclabili, il commento di Fiab Padova
La misura, contenuta nell'articolo 8 del Disegno di legge, prevede l’eliminazione non solo di queste piste, ma anche delle corsie miste che condividono lo spazio con i mezzi pubblici. La proposta ha scatenato una forte reazione da parte dei Comuni e delle associazioni di ciclisti come la Fiab (federazione italiana ambiente e bicicletta). Abbiamo raggiunto al telefono Mario Mainardi, il presidente di Fiab Padova, che ci ha rilasciato un commento.
"Abbiamo vari punti su cui non siamo d'accordo", spiega il Presidente. "Partiamo con le corsie ciclabili. Queste sono state introdotte con il DDL Rilancio, durante il periodo del Covid, proprio per dare la possibilità di creare delle strutture volte a favorire l'uso della bicicletta invece che i trasporti pubblici. Un incentivo che all'estero esisteva già da tempo".
Come si è mossa Padova in questo senso?
"La nostra città è riuscita a realizzare circa una dozzina di chilometri di piste. Ma ci sono altre realtà, come Genova, famosa per avere poche piste ciclabili, dove sono stati realizzati circa 30 km".
"Il nuovo Codice della Strada andrebbe a togliere questa possibilità. Molto probabilmente, non si è capito che le corsie possono essere invase dalle macchine, sempre tenendo conto della precedenza ai ciclisti che si trovano proprio in quei tratti. Tutto sommato, per i ciclisti si tratta di una sicurezza in più nelle aree urbane. Per questo siamo contrari a questa riforma, anche per una questione di sicurezza urbana".
Quali sono le altre problematiche secondo Fiab Padova?
"Un'altra questione è quella del depotenziamento degli autovelox, per cui verrebbero presi dei provvidimenti che permettono l'installazione del velox in certe zone e parametri specifici. Quindi, verrebbero applicate delle forti limitazioni. In più, è stata prevista anche la possibità per un automobilista che commette un'infrazione, nel caso ne commettesse un'altra in un certo periodo di tempo (un'oretta, mi pare), non sarebbe tenuto a pagarla. Chiaramente, qui si tratta di una sorta di immunità, e questo rappresenta un problema".
"Infine - continua Mainardi - un altro problema è la questione legata alle aree a 30 km/h. Ora come ora, i Comuni possono definire delle zone a limite 30 all'ora e si potrebbe arrivare a risultati come quelli di Olbia o Bologna, dove per tutto il territorio comunale è previsto il limite di 30 km/h, con solo alcune zone specifiche a 50. Con questa riforma, però, si ribalterebbe la situazione: questa possibilità verrebbe quindi limitata, e andrebbe a limitare le possibilità per avere una città più sicura".
"A Padova si stanno allestendo molte zone a limite 30 km/h, ma con questo decreto non si potranno più realizzare. Secondo noi di Fiab, la moderazione della velocità va a limitare il pericolo per i ciclisti".
La collaborazione con il Governo
Ma oltre a una forte critica verso questa possibile riforma, a livello nazionale Fiab si mette a disposizione come uno dei principali stakeholders durante le consultazioni a livello parlamentare.
Come collabora Fiab a livello nazionale?
"La nostra Federazione nazionale", ci spiega il Presidente Mainardi, "ha sempre partecipato alle audizioni a livello parlamentare tramite i nostri esperti di sicurezza. Questi vengono ascoltati dai parlamentari, assieme a tutti gli altri stakeholders e rappresentanti di altre associazioni, come ad esempio i gruppi per le famiglie con parenti di vittime della strada, l'ACI, gli automobilisti, i motociclisti, e così via".
"A livello di mobilitazione, noi come Fiab Padova abbiamo preso parte a delle iniziative, sia a livello provinciale, che regionale e nazionale. Stiamo seguendo molto l'iter di questo decreto e sappiamo che la Camera, al momento, sta ricominciando a organizzare delle audizioni con i gruppi d'interesse. In particolare, di recente sono stati contattate le associazioni per le vittime della strada. Non è escluso che ci siano degli emendamenti al decreto, ed è ciò che speriamo".
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