Omicidio di San Martino di Lupari

Diletta Miatello giudicata capace di intendere e volere: potrà affrontare il processo per l'omicidio dei genitori

L’ex vigilessa è stata dichiarata mentalmente lucida dagli esperti. Il processo, che la vede accusata di omicidio premeditato aggravato dal vincolo di parentela, potrebbe portare presto alla sentenza

Diletta Miatello giudicata capace di intendere e volere: potrà affrontare il processo per l'omicidio dei genitori
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La perizia psichiatrica ha confermato che Diletta Miatello, accusata del brutale omicidio dei suoi genitori a San Martino di Lupari, è stata dichiarata capace di intendere e volere. Mercoledì prossimo, 11 settembre 2024,  sarà interrogata dal Pubblico Ministero.

Il verdetto dello psichiatra

Diletta Miatello, accusata di aver massacrato i propri genitori, è stata giudicata capace di intendere e volere e dunque in grado di affrontare il processo. A stabilirlo è stato lo psichiatra Alessandro Saullo, che ha confermato come la donna soffra di un lieve disturbo della personalità, ma questo non compromette le sue capacità cognitive né la sua capacità di distinguere il bene dal male.

Diletta Miatello

La Corte d'Assise, presieduta da Mariella Fino, ha confermato che Miatello sarà sottoposta a interrogatorio il prossimo mercoledì, 11 settembre, quando il PM Marco Brusegan formulerà le sue richieste.

L'omicidio dei genitori

L’accusa nei confronti di Diletta è grave: omicidio premeditato aggravato dal vincolo di parentela. Il 27 dicembre 2022, la donna avrebbe ucciso la madre, Maria Angela Sarto, 84 anni, e ridotto in fin di vita il padre, Giorgio Miatello, di 89 anni. Quest’ultimo, sopravvissuto all’attacco iniziale, è deceduto due mesi dopo a causa delle ferite riportate.

L'autopsia sul corpo della madre aveva rivelato una violenza estrema. La donna era stata colpita ripetutamente al volto, alla mandibola e al petto, riportando venti ferite gravi. Alcune costole fratturate e la morte per dissanguamento hanno completato il quadro dell’omicidio.

Quanto al padre, invece, era stato inizialmente ricoverato per le gravi lesioni riportate, tra cui fratture al cranio e ferite lacero-contuse al volto, prima di essere trasferito in una casa di cura privata dove, dopo una lunga agonia, è morto a fine febbraio. Durante il ricovero, con un ultimo filo di voce, sarebbe riuscito a fare una rivelazione determinante alla sorella, Chiara, confermando che le accuse nei confronti dell'ex vigilessa.

Aveva fatto perdere le tracce

Per evitare che qualcuno scoprisse cosa fosse successo, sembra che Diletta, da subito indiziata come la principale indiziata, si fosse inventata una bugia per depistare la badante, arrivata all'abitazione dei genitori per il servizio di pulizie ordinario.

Convinta la badante a tornare a casa, Diletta è riuscita a far perdere le tracce. Solo con l'arrivo della sorella Chiara, si sarebbe scoperto il massacro. Dopo essere stata rintracciata in un albergo a Romano d'Ezzelino (Vicenza), è stata presa in consegna dalle forze dell'ordine, per poi essere trasferita in carcere.

Il processo

Nonostante la difesa abbia cercato di dimostrare che il disturbo della personalità di Miatello potesse influire sulla sua capacità di intendere e volere, gli esperti nominati dalla Procura hanno confermato la sua piena lucidità.

L'ex vigilessa, attualmente detenuta nel carcere di Montorio a Verona, dovrà ora rispondere del reato di omicidio premeditato. Il movente, sebbene non del tutto chiarito, sembra essere legato a continui litigi familiari, con Miatello che chiedeva spesso denaro ai genitori.

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