Femminicidio Giada Zanola: afferrata per le ginocchia e spinta giù. Stasera la fiaccolata a Vigonza
E' quanto avrebbe dichiarato Andrea Favero durante l'interrogatorio dello scorso 30 maggio 2024
Ancora nuovi elementi emergono sul femminicidio di Giada Zanola, la 33enne ritrovata senza vita lo scorso mercoledì 29 maggio 2024 nella carreggiata dell'autostrada A4 sotto il cavalcavia di Vigonza.
Ad ucciderla Andrea Favero, 39enne ex compagno di Giada e padre del loro bimbo di 3 anni, che avrebbe spinto la vittima di sotto afferrandola per le ginocchia mentre, probabilmente, era ancora viva. Questo è quanto avrebbe dichiarato lui stesso nell'interrogatorio di giovedì 30 maggio 2024, dopodiché il silenzio.
Un delitto passionale: la relazione tossica che legava i due aveva convinto la 33enne ad annullare le imminenti nozze. Una decisione che Favero non aveva accettato. Intanto è attesa per oggi, lunedì 3 giugno 2024, una fiaccolata in città in ricordo della giovane mamma.
Femminicidio Giada Zanola: sarebbe stata afferrata per le ginocchia e spinta giù
L'avrebbe spinta dal cavalcavia di Vigonza afferrandola per le ginocchia mentre era ancora viva. Queste le dichiarazioni di Andrea Favero quando era stato fermato giovedì 30 maggio 2024, ma senza la presenza di un avvocato.
Asserzioni, dunque, non utilizzabili ma che hanno orientato la decisione della Gip Laura Alcaro per disporre la sua custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Nell'interrogatorio di garanzia di venerdì 31 maggio, Favero si è poi chiuso nel silenzio.
Il suicidio simulato e il messaggio quando era già morta
Il 39enne aveva provato a depistare gli inquirenti simulando un messaggio alla giovane e fingendosi preoccupato per un suo allontanamento.
"Sei andata al lavoro? Non ci hai nemmeno salutato!!".
Tuttavia, a "tradire" le primissime dichiarazioni di Favero sono state le prove rinvenute tramite le telecamere di videosorveglianza, che avevano notato intorno alle 3.30 di mercoledì 29 maggio 2024 un'auto in sosta sul cavalcavia proprio dove Giada era stata uccisa. Pochi minuti dopo, lo stesso veicolo era stato visto ripartire, per poi ricomparire a casa della vittima.
A incastrare ulteriormente il 39enne anche i lividi sulle braccia della vittima: quella sera i due avrebbero litigato, lei era poi uscita nella notte. Segni evidenti di violenza, un tentativo di divincolarsi dalla presa del compagno.
Una relazione tossica: lei aveva annullato le nozze
A rappresentare un ulteriore elemento da considerare, è l'annullamento del matrimonio dei due. Giada e Andrea dovevano sposarsi il prossimo 21 settembre. Tutto era già stato organizzato, m a causa della natura estremamente gelosa e possessiva di Andrea, lei aveva deciso di tirarsi indietro.
La coppia viveva da tempo una relazione tossica, con violenze verbali e fisiche. La stessa 33enne aveva confidato ad un'amica di essere stata presa per il collo dal compagno in un litigio, avvenuto il giorno prima dell'omicidio.
A preoccupare ulteriormente, sono stati i sospetti di Giada di essere drogata dal compagno. Per questo, però, saranno l'autopsia e l'esame tossicologico a darne conferma, eventualmente.
Come accennato prima, Favero continua ad affermare al PM di non ricordare cosa sia accaduto. Durante i primi interrogatori, parte del racconto del presunto femminicida è stata dedicata alla preoccupazione di non vedere più il figlio di tre anni.
A peggiorare la situazione, la relazione che Giada stava costruendo con un'altra persona. Vivevano nella stessa casa ma separati e il fatto che ci fosse una relazione parallela tra la ragazza e un altro non ha fatto altro che alimentare il senso di gelosia di Andrea.
L'ipotesi di un ricatto a luci rosse
In ultima analisi, l'ipotesi di un ricatto a luci rosse: la 33enne avrebbe confidato a un'amica di essere preoccupata per ciò che Favero avrebbe potuto fare con alcuni video realizzati mentre erano in intimità.
Il suo timore era quello che lui li potesse diffondere sulla rete come forma di minaccia. In tal senso è necessario indagare su cellulari e pc della vittima e di Favero, anche se quello di Giada non è stato ancora trovato.
Oggi, lunedì 3 giugno, la fiaccolata in onore di Giada
Mentre prosegue l'indagine, oggi lunedì 3 giugno 2024 si terrà a Vigonza una fiaccolata in onore e in ricordo di Giada: ennesima vittima di femminicidio.
Il corteo partirà dall'abitazione della 33enne, dove viveva con il figlio di 3 anni, e arriverà fino al cavalcavia sull'autostrada. L'amministrazione ha, poi, annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali della giovane madre.