Morìa di pesci nel Fosso Mala: la società che gestisce le acque non depurò dai detersivi
Una vicenda avvenuta tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2022: tre indagati
Si sono concluse le indagini preliminari compiute dalla Procura della Repubblica di Padova in merito all’inquinamento ambientale avvenuto tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2022 lungo lo scolo “Fossa Mala”. L’avviso di garanzia è stato notificato nei giorni scorsi a tre dirigenti della società AcegasApsAmga SpA per i quali è stata ipotizzata la responsabilità del reato.
Riversati nel canale di scolo di "Fossa Mala" reflui tossici
Nella tarda mattinata del 2 novembre 2022, a seguito di una chiamata al numero unico di emergenza 112, i Carabinieri Forestale di Montegrotto Terme sono intervenuti in Via dei Colli Euganei ad Abano Terme in prossimità del depuratore comunale gestito dalla società AcegasApsAmga SpA.
Da subito è parso evidente, infatti, che lo scarico del depuratore presentasse delle anomalie cromatiche, inoltre si è notata anche una diffusa moria di pesci presente a valle fino allo “Scolo Rialto” per un totale di 700 kg, destando enorme risonanza locale fra la popolazione residente e non.
Da quel momento sono stati eseguiti alcuni prelievi e campionamenti sia nel punto di scarico che a valle e a monte dello stesso dai militari. In seguito alle analisi condotte da ARPAV è stata rilevata una anomala concentrazione di azoto totale tipica di un refluo domestico non depurato.
Il guasto elettrico
Le successive indagini delegate dalla Procura della Repubblica sono state affidate al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale dei Carabinieri Forestale di Padova, che ha ricostruito la dinamica degli eventi accorsi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2022.
Nella tarda serata del 31 ottobre 2022 si è verificata anche una improvvisa anomalia nella fornitura di corrente elettrica a causa di un guasto sulla linea determinando il blocco dell’impianto di depurazione di Abano Terme che ha smesso di funzionare, compreso il sistema di controllo da remoto che non ha fatto scattare l’allarme causando quindi il mancato intervento delle squadre di emergenza.
Il guasto ha così provocato lo sversamento di acque reflue non depurate per almeno 36 ore continuative prima che i dipendenti della società addetti all’impianto si accorgessero dell’anomalia e potessero dare l’allarme.
Le indagini hanno in sintesi accertato che l’impianto non era dotato degli strumenti tecnologici necessari ad impedire un prolungato e totale blackout dell’impianto sottovalutando il problema da parte dell’Ente gestore.
Indagati tre dirigenti della società AcegasApsAmga SpA
Gli indagati per il malfunzionamento dell'impianto di depurazione, i tre dirigenti della società AcegasApsAmga SpA (che fornisce servizi di distribuzione gas ed energia elettrica, idrici, ambientali, illuminazione pubblica e servizi di riqualificazione energetica) rischiano una reclusione da 2 a 6 anni e con una multa da 10 mila a 100 mila euro con il beneficio delle diminuzioni di pena in caso di delitto “colposo”.
Tuttavia, ai fini del calcolo della pena potrà essere presa in considerazione anche l’aggravante prevista dall’art. 452-bis, in quanto l’evento è avvenuto in danno a beni ambientali sottoposti a vincolo paesaggistico.