Allarme Aviaria, stanziati 46,7 milioni di euro per l'Italia, il Veneto la più colpita
La Commissione Europea stanzierà dei sussidi per gli agricoltori colpiti dalle perdite causate dal virus H5, una panoramica sugl'ultimi accertamenti che hanno colpito nello specifico la zona padovana del Comune di Sant'Urbano
A seguito del fenomeno di influenza aviaria che ha impattato considerevolmente in alcuni degli allevamenti italiani, la Commissione Europea ha deciso di stanziare 46,7 milioni di euro per compensare gli agricoltori delle zone colpite dal virus.
In supporto agli allevatori
Il voto degli Stati favorevoli alla richiesta formale da parte dell’Italia metterà a disposizione 46.670.790 euro provenienti dalla riserva agricola, per coprire il 50% della spesa italiana in aiuto degli allevamenti che solo tra il 1° gennaio 2022 e il 30 aprile 2022 registravano 23 focolai confermati di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5. I pagamenti cofinanziati dalla riserva agricola dovranno essere erogati entro il 30 settembre 2024.
Già dall’ottobre 2021 il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria presso l’IZS delle Venezie ha confermato un totale di 191 focolai principalmente in allevamenti commerciali con alcune incursioni in allevamenti familiari, soprattutto nella regione Veneto, meno in Lombardia, ed un solo focolaio ciascuna nelle regioni Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
Così, l’Ordinanza della Regione Veneto attuava misure di protezione e sorveglianza nei comuni adiacenti Ronco all’Adige, in provincia di Verona, dove venne registrata la positività per HPAI H5. La zona di protezione ricopriva un raggio di 3Km dall’allevamento del focolaio, individuando gli allevamenti tra il Comune di Ronco all’Adige e di Oppeano.
Il raggio dell’area di sorveglianza invece si estendeva per 10 Km dal focolaio per gli allevamenti di diciassette comuni nella provincia veronese erano tenuti a seguire le misure per far sì che non si espandesse.
Sono state attuate manovre rigorose in materia di sanità animale, con la conseguente perdita di produzione nelle regioni colpite, soprattutto in Veneto, in particolare per quanto riguarda le uova e le carni.
Ultime sulla diffusione del virus
L’ultimo aggiornamento sul contagio risale al 13 novembre 2023, in cui è stato registrato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità in un allevamento di tacchini da carne nel comune di Sant’Urbano, nella provincia di Padova. La causa del decesso di 10 volatili è stata confermata dagli studi condotti da Usl 6 Euganea e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
A seguito di focolaio di influenza aviaria registrato nel Comune di Sant'Urbano, la Regione Veneto su richiesta del Dipartimento di Prevenzione UOC Servizio Veterinario di Sanità Animale dell'Azienda Ulsnn 6 Euganea, ha emanato un protocollo di protezione e sicurezza applicando misure di contenimento come l’abbattimento degli animali infetti e lo smaltimento di quelli non contagiati. È stata istituita una zona rossa dal raggio 3 Km dall’allevamento entro cui gli allevamenti adiacenti sono tenuti a seguire le stesse direttive, come l’abbattimento preventivo e il divieto di movimentazione e trasporto in altre aziende del pollame.
Con un raggio di 10 Km, invece, è stata estesa la zona di sorveglianza, così in modo da prevenire la diffusione del virus è stato indicato di procedere con il monitoraggio delle mortalità, misure di biosicurezza a chiunque esca dalle aziende avicole e l’utilizzo di adeguati mezzi di disinfestazione.
Nel corso del mese di novembre 2023, a fronte della situazione epidemiologica, il Centro di referenza per l’influenza aviaria, la Regione Veneto e l’Ulss 6 Euganea hanno deciso di istituire una Zur (Zona di ulteriore restrizione) che comprende alcune province di Verona, Vicenza Padova e Rovigo, in cui sono state indette misure sanitarie straordinarie come il divieto di rilasciare la serlvaggina nel territorio padovano e la chiusura del pollame e degli altri volatili in cattività degli allevamenti all’aperto.
Influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame domestico in Italia: situazione al 18 dicembre 2023