Conti in rosso per asili e scuole parrocchiali: "Così si chiude"
100 gli istituti dell'infanzia in difficoltà: la curia non può usufruire dei fondi dell'otto per mille in virtù degli accordi concordatari per le strutture paritarie
Un grido di allarme dalla Diocesi di Padova: 100 scuole parrocchiali per l'infanzia sono a rischio chiusura a causa di conti in rosso.
Conti in rosso per 100 scuole parrocchiali, la Diocesi chiede aiuto
Quando si tocca la vita di una scuola si tocca sempre anche il contesto e il tessuto sociale di riferimento: il comune, i dipendenti, i bambini...
Un rischio che sta coinvolgendo ben 100 istituti scolastici in tutta la regione, due dei quali proprio nella città di Padova, e che ha spinto la Diocesi a fare un appello di aiuto a chiunque possa dare un contributo economico per salvare questi importanti servizi alle famiglie.
I conti sono in rosso: circa 600mila euro di disavanzo e già 41 scuole dell'infanzia cattoliche e di ispirazione cristiana chiuse o cedute ad altri gestori su 215 istituti totali nel territorio della Diocesi di Padova, che coinvolge anche Treviso, Venezia, Vicenza e Belluno.
Dati allarmanti, poiché in Veneto queste scuole parrocchiali rappresentano il 60% dell'offerta formativa per la fascia di età da zero a sei anni.
Altro ostacolo alla sopravvivenza di queste sedi è l'impossibilità, da parte della Diocesi di Padova, di poter usufruire dei fondi dell'otto per mille in virtù degli accordi concordatari per le scuole paritarie.
Gli appelli del vescovo di Padova e del Vicario episcopale
La Diocesi di Padova ha mandato un forte campanello di allarme, lanciando appelli di aiuto per salvare la vita di questi importanti istituti scolastici messi seriamente a rischio a causa di costi di manutenzione in aumento, di incertezze da parte dei contributi pubblici e di carenza di personale.
Noi non vorremmo chiudere - dice monsiglior Claudio Cipolla, Vescovo vi Padova - perché siamo consapevoli della ricchezza che possiamo dare, del contributo che possiamo offrire al territorio: un contributo di tipo sociale e per la vita religiosa. Se chiudiamo è perché siamo costretti a farlo. La Diocesi ha fatto in questi decenni molto, noi non possiamo permettere alle parrocchie di indebitarsi ulteriormente perché diventerebbe insostenibile anche da un punto di vista complessivo.
Anche Lorenzo Celi, Vicario episcopale per i beni temporali, ha voluto dire la sua in merito a questa complessa situazione, soprattutto per salvaguardare i tantissimi dipendenti scolastici a rischio licenziamento:
Noi cerchiamo sempre di accompagnare le chiusure e quindi anche di cercare eventuali altre scuole che possano assumere il personale.
Gli istituti a rischio sono quelli nelle zone più periferiche, soprattutto nella bassa padovana. Fondamentale ora è ridare valore a queste scuole, sia dal punto di vista strutturale che educativo e progettuale, offrendo un servizio voluto e sostenuto anche dallo Stato.