No alla violenza

Due anni di inferno: la minacciava di morte o di dar fuoco al bar dove lavorava, ma ha trovato il coraggio e l'ha denunciato

Ora il suo ex compagno,  indagato per maltrattamenti,  ha l'obbligo di mantenersi a non meno di 300 metri dalla donna

Due anni di inferno: la minacciava di morte o di dar fuoco al bar dove lavorava, ma ha trovato il coraggio e l'ha denunciato
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Dovrà stare alla larga anche dai luoghi da lei frequentati con l'assoluto divieto di rivolgerle la parola e di contattarla telefonicamente o con altro mezzo

Due anni di inferno: la minacciava di morte o di dar fuoco al bar dove lavorava, ma ha trovato il coraggio e l'ha denunciato

Ormai viveva nel terrore per colpa del suo compagno: un uomo violento che più volte aveva dato in escandesenza davanti ai suoi figli minorenni e non aveva risparmiato scenate nemmeno nel bar che gestisce. Una situazione che ormai una 46enne padovana non riusciva più a sostenere per paura che prima o poi lui potesse veramente farle del male. I poliziotti della sezione fasce deboli della Squadra Mobile hanno dato esecuzione ad un'ordinanza cautelare di divieto di avvicinamento emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Padova su richiesta della locale Procura nei confronti di un 47enne di Legnaro, indagato per maltrattamenti ed atti persecutori ai danni della compagna convivente 46enne, anche lei padovana.

Due anni di inferno tra ansia e paura

Negli ultimi due anni l'uomo aveva abitualmente rivolto ingiurie, anche in presenza di terze persone ed all'interno di locali pubblici, e minacce anche di morte e di dare fuoco o devastare il bar di cui la donna è titolare. Non sono mancati  comportamenti violenti e aggressivi: l'aveva afferrata per i capelli, le aveva sputato addosso e nell'ultimo periodo aveva continuato in modo assillante ad inviare messaggi e telefonate sottoponendola ad un regime di vita caratterizzato da ansia e paura.L’attività di indagine è partita dal racconto fatto dalla donna ai poliziotti lo scorso mese di luglio, dopo l'ennesimo litigio avvenuto appena il giorno precedente vicino ad un’area di servizio. In quel caso la situazione era degenerata tanto da richiedere l’intervento di una pattuglia della Polizia Stradale. Dopo aver costretto la compagna ed i di lei figli minori a scendere dalla sua auto, l’uomo era ripartito mentre la donna si trovava ancora parzialmente all'interno del veicolo, facendola cadere rovinosamente a terra e provocandole diverse escoriazioni da trascinamento.

Una dipendente si era licenziata dal bar: il clima era troppo "pesante"

A riscontro del racconto riportato dalla donna sono stati sentiti diversi testimoni, comprese alcune colleghe di lavoro della vittima, una delle quali aveva persino dato le dimissioni a causa del clima molto pesante creatosi da tempo all’interno del bar dove si verificavano spesso episodi caratterizzati da aggressività, non solo verbale, da parte dell'indagato, che era intenzionato ad impedire alla compagna di proseguire l’attività lavorativa. L’uomo, infatti, presentandosi al bar apparentemente tranquillo, andava facilmente in escandescenza e finiva per minacciare anche i clienti. Ad un di questi era arrivata chiara la minaccia: se l'avesse rivisto vicino alla sua "donna" gli avrebbe spaccato le gambe.

La misura però era ormai colma e così,dopo l’episodio di luglio, la 46enne ha confidato alla Polizia di temere non soltanto ulteriori irruzioni sul luogo di lavoro, ma anche gesti inconsulti. Per tale ragione sono state immediatamente disposte dal Questore delle misure di tutela a protezione della donna, sia nel luogo di lavoro sia presso l’abitazione dei genitori dove nel frattempo aveva trovato riparo dalla furia dell'uomo che ora, pena l’immediato aggravamento della misura, è tenuto a mantenersi ad una distanza minima di 300 metri dalla donna, come pure ai luoghi da lei frequentati, con assoluto divieto di rivolgerle la parola e di contattarla telefonicamente o con altro mezzo.

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