Università di Padova, le foto della visita (privata) del Principe Alberto II di Monaco
Nel corso della mattinata il Principe ha incontrato la Rettrice Daniela Mapelli e la governance di Ateneo a Palazzo del Bo
Il Principe Alberto II di Monaco si è recato ieri in visita privata all’Università di Padova.
Università di Padova, le foto della visita (privata) del Principe Alberto II di Monaco
Accompagnato dalla Rettrice ha visitato la sede dell’Università: il cinquecentesco loggiato del Cortile Antico, attraversando la Cucina del Teatro Anatomico per entrare poi nel più antico Teatro Anatomico stabile del mondo risalente al 1594; la Sala dei Quaranta che ospita la Cattedra di Galileo Galilei e i ritratti di celebri studenti stranieri dell’Università che hanno studiato a Padova tra il 1200 e il 1800; l’Aula Magna, il cui corpo originario risale al 1399, dedicata a Galileo Galilei dove insegnò, oggi rinnovata dall’architetto Gio Ponti nel 1942.
La visita si conclude con la parte novecentesca del Bo che viene ampliata e viene ridisegnata sotto il rettorato di Carlo Anti, rettore tra il 1932 e il 1943, e grazie agli architetti Gio Ponti ed Ettore Fagiuoli. In particolare, l’architetto milanese Gio Ponti, chiamò a collaborare con sé alcuni tra i maggiori artisti italiani del Novecento, tra questi Arturo Martini, Filippo De Pisis, Achille Funi, Ferruccio Ferrazzi, Gino Severini.
Il Principe ha poi avuto un colloquio con la Rettrice e alcuni prorettori in cui gli sono state illustrate alcune tra le più importanti attività dell’Ateneo, toccando punti particolarmente attuali e cari al Principe, quali la sostenibilità; Alberto II infatti, precorrendo i tempi, si è sempre interessato e impegnato in azioni fortemente mirate alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente e della qualità della vita. Il Principe ha ascoltato con interesse gli argomenti proposti.
Il nostro Ateneo ha dedicato un prorettorato ai temi della sostenibilità, e già negli anni 50 e 60 del secolo scorso i nostri docenti pubblicavano, in quegli anni fortemente controcorrente, degli studi sull’argomento. È il primo Ateneo in Italia a dotarsi di una carta degli impegni di sostenibilità, con obiettivi quinquennali.
Per quanto riguarda l’edilizia l’Ateneo riserva grande attenzione all’efficientamento energetico dei propri edifici, tanto da avere realizzato il campus di Beato Pellegrino completamente basato sulla geotermia, e altri sono in arrivo, con un impegno ad aumentare la volumetria, ovvero i nuovi spazi necessari alle attività accademiche, senza che vi sia nuova occupazione di suolo pubblico, rivalutando invece immobili già esistenti con progetti attenti all’ambiente e ai consumi.
La Rettrice spiega che il nostro Ateneo – a vocazione generalista e quindi multidisciplinare -, conta circa 200 corsi di studio dei quali 54 in lingua inglese, e ogni anno il 10% degli immatricolati proviene da un paese straniero. Oltra alla ricerca, che ci vede posizionati al top delle classifiche italiane e internazionali, un punto di grande importanza per l’ateneo è la Terza missione, nell’ottica di migliorare la connessione ricerca/impresa.
Il 60% degli insegnamenti erogati dall’Università di Padova risponde a uno degli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 dell’ONU.L’Università di Padova ha recentemente festeggiato i suoi 800 anni di storia con molte iniziative, aprendo alla città e al mondo un’agenda di eventi ricca e varia, tra cui gli incontri con ben 12 Premi Nobel, da Joseph Eugene Stiglitz a Giorgio Parisi, da Orhan Pamuk a Paul Nurse. Interessati i percorsi museali che, oltre ai musei esistenti, hanno previsto la recente inaugurazione del Museo dell’Orto Botanico e, di prossima apertura a maggio di quest’anno, il grande Museo della Natura e dell’Uomo.
Nel pomeriggio il Principe si è recato in visita, accompagnato dalla Rettrice, all’Orto Botanico di Padova, patrimonio UNESCO dal 1997, in una passeggiata attraverso l’Orto antico fino alle nuove serre della biodiversità che vedono una raccolta di 1.300 specie diverse che vivono in ambienti omogenei per umidità e temperature, che simulano le condizioni climatiche dei biomi del pianeta: dalle aree tropicali alle zone subumide, dalle zone temperate a quelle aride.
La visita ha incluso il neo inaugurato Museo dell’Orto Botanico che grazie al ricco patrimonio di erbari, semi e collezioni didattiche custoditi in secoli di ricerca e attività didattica racconta la storia della botanica e dei suoi rapporti con la medicina.