Recuperati dalla Polizia 20mila euro e preziosi, bottino delle truffe del “falso incidente”
La polizia vuole richiamare l'attenzione di chi può segnalare tempestivamente comportamenti anomali degli anziani per evitare che diventino vittime di raggiri.
Un 30enne campano è stato denunciato per ricettazione e gli è stato consegnato il foglio di via obbligatorio da Padova emesso dalla locale Divisione Anticrimine.
Recuperati dalla Polizia 20mila euro e preziosi, bottino delle truffe del “falso incidente”
Gli investigatori della squadra mobile della questura di Padova hanno individuato e denunciato un trentenne napoletano, trovato in possesso di 20mila Euro in contanti ed alcuni monili in oro, tra cui due orologi e varie catenine d’oro, che si ritengono essere provento di una probabile truffa commessa nei giorni scorsi ai danni di anziani con la ormai nota tecnica del “falso incidente” di cui si sono registrati diversi episodi nelle passate settimane.
La truffa del "falso incidente"
Il “trucco” utilizzato dai malviventi è quello di convincere con una telefonata l’anziano che un famigliare, generalmente figlio o nipote, è rimasto coinvolto in un incidente stradale e quindi a versare ingenti somme di denaro per definire la situazione ed evitare più gravi conseguenze legali.
A fare la telefonata solitamente è un sedicente avvocato o carabiniere, che una volta convinta la vittima sulla veridicità del fatto, la informa che entro pochi minuti verrà raggiunta a casa da persona di fiducia incaricata di ritirare i soldi ed i gioielli da versare a titolo di “cauzione” , ma talvolta la vittima viene persino convinta a recarsi alle poste od in Banca ed effettuare dei prelievi.
Ad essere presi di mira sono per lo più anziani che vivono soli in città e provincia per lo più intestatari di utenze fisse, dai quali vengono carpite informazioni utili mediante telefonate effettuate nei giorni o settimane precedenti alla truffa.
La Polizia ritiene di aver individuato nel trentenne napoletano fermato uno dei “professionisti” di tali truffe. Costui è stato individuato e sottoposto a controllo in zona stazione a Padova, nel corso di un più vasto servizio disposto dal Questore sulle direttrici e gli snodi principali, proprio al fine di intercettare “trasfertisti” del crimine.
Scattata la denuncia per il 30enne, allo stato per ricettazione, gli investigatori della Squadra Mobile stanno ora cercando di risalire ai probabili complici e ai proprietari della refurtiva in parte di seguito descritta:
La refurtiva
- Orologio da donna oro marca “Tissot” con interno quadrante bianco e cinturino a maglie, riportante sul retro del quadrante la dicitura “zia Nella 25·11·93”
- Orologio (marca parziale “Vett..”), con cinturino in similpelle di color nero riportante sul retro la dicitura in colore verde “Veritable Lezard”, quadrante con bordo color oro, interno bianco riportante sul retro del quadrante la dicitura “Antimagnetic Incabloc Stainless Steel Back Swiss Made 11070”.
- Collana da donna a sette filamenti in perline di colore bianco con pendente di forma ovale, color oro e con all’interno piccole pietre di diverso colore
Chiunque dovesse riconoscere in uno degli oggetti sopra descritti un proprio bene, è pregato di contattare la Polizia di Stato, ovvero di recarsi presso la Squadra Mobile della Questura di Padova, munito di qualsivoglia elemento valido a dimostrare la titolarità del bene (anche una foto ove si è ritratti con il bene indossato) per effettuarne il riconoscimento e poter rientrarne in possesso.
La polizia invita familiari, amici e operatori a segnalare al 113 comportamenti anomali
Preme richiamare l’attenzione prima ancora che delle persone anziane, come detto vittime predilette di tale tipologia di criminali senza scrupolo, di tutti coloro che, famigliari, vicini di casa, ma anche operatori di sportello presso istituti di credito e presso le poste, dato il rapporto di parentela o fiducia esistente con le potenziali vittime, possono meglio istruirle sul diffidare degli estranei o meglio ancora adottare per primi ogni misura volta a loro tutela, segnalando per tempo al “113” eventuali comportamenti ritenuti anomali (es. prelievi inconsueti, telefonate insolite).