Un viaggio di 1.300 km

La storia di Oxana e del figlio malato di leucemia: accolti a Padova dopo la fuga dall'Ucraina

"Grazie a Team for Children siamo riusciti a fuggire dai bombardamenti di Leopoli. A Padova il mio Luka potrà essere curato".

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In fuga dall'Ucraina, per scappare dall'orrore della guerra e avere la possibilità di curare il figlio malato di leucemia. Nel corso della serata di ieri, martedì 8 marzo 2022, Oxana, 38enne ucraina di Leopoli, è stata accolta insieme a Luka, 2 anni, al reparto di Oncoematologia Pediatrica dell'ospedale di Padova.

Oxana e il figlio malato di leucemia: accolti a Padova dopo la fuga dall'Ucraina

IL VIDEO:

Un viaggio di 1.300 km a bordo di un'ambulanza per scappare dalla devastazione della guerra in Ucraina e raggiungere l'ospedale di Padova dove poter curare il suo piccolo bimbo, malato di leucemia. E' questa la storia della 38enne Oxana e di Luka, suo figlio di 2 anni, fuggiti da Leopoli, città ucraina sotto l'assedio dei bombardamenti russi, nel tentativo di trovare un posto sicuro che potesse prendersi cura della grave malattia che ha colpito il bimbo da poco più di un mese. Grazie all'intermediazione di Team for Children che ha finanziato il viaggio, la Croce Verde di Padova ha potuto portare mamma e figlio fino al reparto di Oncoematologia Pediatrica dell'azienda ospedaliera padovana, dove Luka verrà curato:

"Mi chiamo Oxana, vengo dall'Ucraina e ho un bimbo malato. Il 21 gennaio scorso ho saputo che mio figlio aveva contratto la leucemia. Abbiamo cominciato le cure in ospedale a Leopoli, ma il 24 febbraio è cominciata la guerra e a quel punto non abbiamo più potuto proseguire con le cure in Ucraina. Le sirene suonavano in continuazione e dovevamo nasconderci in un rifugio, interrompendo i trattamenti di continuo.

Per via di questa situazione, è stato organizzato lo sfollamento dei bambini più malati verso la Polonia, perché in Ucraina non era più possibile continuare con le cure. In questo momento i miei altri due figli si trovano ancora con mio marito a Leopoli. Lì le sirene continuano a suonare e loro devono nascondersi costantemente nei rifugi. E' impossibile uscire di casa, impossibile incontrarsi con le altre persone. Si vive costantemente con la paura e sotto stress.

Mio figlio necessita di un trapianto di midollo. Il mio secondo figlio, quello di cinque anni, è un potenziale donatore, spero possa raggiungerci presto. Ringrazio Team for Children per tutto quello che sta facendo e che farà per noi, facendosi carico delle cure, del vitto e dell'alloggio e ringrazio anche la Croce Verde di Padova per questo trasporto".

Quanti profughi ucraini sono stati accolti finora in provincia

Il Prefetto Raffaele Grassi ha presieduto, questa mattina, mercoledì 9 marzo 2022, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Il Prefetto ha riepilogato a tutti i presenti le disposizioni emanate, con riferimento alla crisi umanitaria in atto, dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, in particolare per quanto riguarda l’accoglienza dei cittadini provenienti dall’Ucraina e gli aspetti sanitari connessi al loro ingresso sul territorio nazionale.

È stato fatto il punto sul numero degli ucraini sinora giunti in provincia. Al riguardo la Questura, tramite gli accessi al proprio sportello dedicato e la verifica delle dichiarazioni di ospitalità, ha notizia, ad oggi, di 187 persone arrivate a Padova, prevalentemente ospitate nella rete di familiari, amici o connazionali. Infatti, al momento, sono solo 17 le persone inserite nella rete dei Centri di accoglienza straordinaria (CAS) della Prefettura.

Tale numero è in linea con quello, fornito dalle autorità sanitarie, concernente i tamponi Covid effettuati a cittadini ucraini in provincia dall’inizio dell’emergenza, che risulta pari a 189. Al fine di avere un quadro costantemente aggiornato sulle presenze, soprattutto con riferimento a coloro che non usufruiscono dell’ospitalità nei CAS, il Prefetto ha ricordato l’importanza, oltre che l’obbligo di legge, di effettuare la dichiarazione di ospitalità all’autorità di pubblica sicurezza da parte di chiunque fornisca accoglienza.

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