Covid, la ricerca padovana: i non vaccinati possono infettarsi 6 volte di più
Il professor Vincenzo Baldo ha condotto l'indagine su un campione di 2 milioni 233 mila cittadini veneti. Lo studio presentato ieri.
Lo studio presentato ieri dal Professor Vincenzo Baldo, del Dipartimento di Medicina Molecolare, Sezione di Sanità Pubblica, dell’Università di Padova.
Covid, la ricerca padovana
La ricerca dal titolo “Efficacy of a Diverse COVID-19 Vaccine Portfolio and its Impact on the Persistence of Positivity and the Length of Hospital Stays: the Veneto Region’s Experience”, è stata presentata ieri, lunedì 17 gennaio 2022, dal Professor Vincenzo Baldo, del Dipartimento di Medicina Molecolare, Sezione di Sanità Pubblica, dell’Università di Padova, nel corso del tradizionale punto stampa sulla situazione del Covid tenuto dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Lo studio, già pubblicato e validato dalla comunità scientifica, dimostra un dato inequivocabile: ovvero che anche i vaccinati si contagiano - e questo già si sapeva - ma anche che lo fanno molto meno dei non vaccinati. Non solo: la loro carica virale è decisamente inferiore a quella degli stessi non vaccinati.
GUARDA QUI TUTTE LE SLIDES DELLA RICERCA
La ricerca: metodo e risultati
Dal 27 dicembre 2020, data di avvio della campagna vaccinale, allo scorso 7 settembre 2021, data di conclusione della terza ondata, il team del professor Baldo ha monitorato 2 milioni 233 mila veneti che, prima di quella data, non avevano mai contratto il Covid. In questo lasso di tempo, ben 9 mesi di ricerca, dei 2 milioni e 233 mila veneti monitorati grazie all'impiego dei Big data, 213 mila sono stati infettati dal virus, 13mila sono stati ricoverati (il 6%) e 3mila sono morti (l’1,5%).
Da qui poi, con l'avanzare della campagna vaccinale, la suddivisione dei soggetti oggetto della ricerca in tre categorie: non vaccinati, parzialmente vaccinati, vaccinati (conteggiati come tali dal 14esimo giorno dopo la seconda dose in avanti. Dai risultati emersi si è potuto così osservare che: tra i vaccinati si sono registrati 0,8 infetti ogni 10 mila abitanti, mentre tra i non vaccinati se ne sono registrati 4,9 ogni 10 mila abitanti. Un’efficacia del vaccino dell’88%, che vede i non vaccinati con un 6,25% di possibilità in più dei vaccinati di infettarsi.
Capitolo ricoveri: sono stati 0,3 ogni 100mila tra i vaccinati, 2,9 ogni 100mila tra i non vaccinati. Se ne deduce che il vaccino previene l’ingresso in ospedale nel 94% dei casi e che i non vaccinati hanno 9,7 possibilità in più dei vaccinati di finire ricoverati. La percentuale di No vax in area medica è del 94%, nelle terapie intensive è del 95%.
Infine i dati emersi sulla mortalità, che è stata di 0,06 casi ogni 100mila tra i vaccinati e di 0,7 casi ogni 100mila tra i non vaccinati. Un'ulteriore conferma dell'efficacia del vaccino attorno al 94%, con una probabilità di rischio che, in questo caso, aumenta di 12 volte per i non vaccinati.
La persistenza del virus
L'ultima analisi della ricerca, sempre mantenendo la distinzione tra vaccinati e non vaccinati, si è concentrata invece sulla persistenza del virus nel corpo del paziente e i relativi giorni di degenza in ospedale. La scoperta è stata che il Covid resta nel corpo di un non vaccinato fino a 6 giorni in più rispetto ad un vaccinato. Il che poi si traduce, quanto ai giorni di degenza, nel fatto che un non vaccinato resta in ospedale fino a 5 giorni in più di un vaccinato.
"Considerando che un ricoverato in ospedale costa al sistema sanitario 580 euro al giorno - ha concluso Baldo - Si può dire che, durante la nostra ricerca, i vaccinati hanno fatto risparmiare almeno 36 milioni di euro".