Guardia di finanza

"Piccolo Spazio Pubblicità": la maxi frode per evadere l'iva nel settore delle concessioni pubblicitarie

Sequestro di 2milioni di euro per frode transnazionale della Guardia di Finanza.

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie fino a concorrenza del valore di 2 milioni di euro circa.

"Piccolo Spazio Pubblicità": la maxi frode

Nei giorni scorsi, a conclusione di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Padova e scaturita da autonoma attività investigativa nel settore del contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, i Finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie fino a concorrenza del valore di 2 milioni di euro circa, emesso dal competente Giudice per le indagini preliminari nei confronti degli amministratori di 5 società, di cui una con sede in Slovenia, operanti nel settore delle concessioni pubblicitarie.

Le investigazioni svolte dai militari della Tenenza di Piove di Sacco, a seguito dell’avvio di un’attività ispettiva nei confronti di una società con sede dichiarata nella provincia di Padova, hanno consentito di individuare una società di comodo, costituita in Slovenia, e due società “cartiere” con sede in territorio italiano, costituite ad hoc per ottenere un indebito profitto in danno dell’erario, attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per complessivi 5,4 milioni di euro.

Il meccanismo fraudolento

Nel dettaglio, gli accertamenti eseguiti hanno disvelato un meccanismo fraudolento in cui, a seguito dell’acquisizione in Italia di spazi pubblicitari da parte della società slovena, gli stessi venivano fittiziamente ceduti a due “cartiere” nazionali interposte, le quali, attraverso un ulteriore passaggio e senza alcuna valida ragione economica, li trasferivano nuovamente ad altre due imprese italiane, sempre riconducibili al soggetto detentore del capitale sociale e amministratore dell’azienda slovena.

In tal modo, la creazione di più passaggi nel processo di compravendita degli spazi pubblicitari, inizialmente ceduti da un fornitore dell’Unione europea, ha consentito alle “cartiere” di accollarsi il debito d’imposta sorto al momento della cessione interna, omettendo di versare l’iva all’erario, mentre ai clienti finali di detrarre la predetta imposta sugli acquisti, così conseguendo un ingente risparmio fiscale. Naturalmente, i flussi finanziari erano diretti al soggetto economico sloveno, il cui amministratore gestiva in Italia, tramite un proprio sodale, le aziende beneficiarie della frode.

Il sequestro

Allo stato, la misura patrimoniale ha permesso di sottoporre a sequestro l’illecito profitto derivante dall’evasione fiscale perpetrata, costituito da disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.

L’attività di servizio in rassegna costituisce un segno tangibile dell’azione delle Fiamme Gialle a tutela dell’economia legale e a garanzia della pretesa erariale, che si è tradotta nell’aggressione del patrimonio mobiliare e immobiliare illecitamente accumulato dai trasgressori attraverso condotte evasive di natura fraudolenta.

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