Verso la fine della quarantena: il Veneto pensa a sostenere le famiglie
Scuole aperte come valvola di sfogo per i ragazzi, aziende in attività e spostamenti tra le regioni: adesso che sappiamo come affrontare il virus, dobbiamo conviverci.
Il lockdown è, di fatto, già finito: si aprono nuovi capitoli per la seconda fase dell’emergenza.
I dati
Si inizia con il solito bollettino: ad oggi, ci sono 286.757 tamponi positivi, 9.000 in più di ieri. In isolamento 9.533 persone, 381 in meno. Positivi 16.881 (+143). Ricoverati 1.329, in terapia intensiva ci sono 140 persone (-23), 217 no-Covid. Dimessi 2.316 (-84), morti in ospedale 1.008 (+19). I nati sono 77. Siamo a quasi 36.000 donatori, per un totale di 55 milioni 340 mila euro.
Si delinea il provvedimento
Fissato per le 15.oo di oggi il punto della situazione con gli altri governatori per fare il punto della situazione. Si va verso il provvedimento per capire le indicazioni definitive del Governo. I dati relativi alla Regione Veneto dimostrano che si è in grado di affrontare una riapertura dal punto di vista sia medico che sanitario, ma non solo:
“Dimostrano tre cose: la prima, la civiltà e il rispetto delle regole dimostrato da cittadini. La seconda, il territorio e la struttura sanitaria in grado di rispondere e una terza, la storia sanitaria, di almeno 15 giorni, con l’apertura delle aziende e quindi senza lockdown. In questi giorni, non raccogliamo nuovi infettati ma abbiamo una curva che va in giù. Ciò non vuol dire che bisogna prendere la vicenda sotto gamba ma che con gli accorgimenti del caso ci si mette in sicurezza. Questo è uno dei temi: se qualcuno si scandalizza perché diciamo che il lock down non esiste più, venga in Veneto a vedere. Sono aperte almeno il 40% delle imprese e si vede“
Riaprire le scuole?
Tema dell’emergenza sono adesso le scuole chiuse: a chi lasceranno i bambini i genitori che torneranno al lavoro? I minori devono essere tutelati:
“Ci stiamo attrezzando pensando che si possa mettere in piedi un sistema virtuoso in modo che le scuole paritarie non abbiano come fine quello educativo ma ricreativo. Non abbiamo capito se ci saranno i centri estivi ma se le paritarie rimarranno aperte potrebbe partire questo ammortizzatore sociale. Il tema della scuola è importante: portare grandi masse nelle aule è un problema sanitario ma è anche vero che questa competenza del Governo può permettere di pensare a qualche altra modalità di utilizzo degli edifici scolastici che potrebbero qui avere una valvola di sfogo“
Le elezioni
Si parla di nuovo di elezioni. La finestra possibile sarebbe quella di luglio, secondo Zaia:
“Noi, come governatori, abbiamo espresso un parere sulla finestra di luglio che sarebbe asettica. Se esiste un parere del ministero della sanità, mi chiedo se questo parere è compatibile con le aperture che il governo vuole fare. Se c’è un’attività che rispetta il droplet è proprio il seggio elettorale: avevamo chiesto la possibilità di votare anche il lunedì. Che parere è quello che prevede di aprire un’azienda con 1000 dipendenti e non un seggio? Parlo contro i miei interessi ma è corretto che i cittadini paghino lo stipendio ad una persona eletta e non ad una prorogata”
Gli spostamenti
Non ha senso bloccare gli spostamenti tra le regioni: si finirebbe per tenere chiusi i confini ma con una deroga per chi lavora, il che ridicolo. Tuttavia, finché non arriva una comunicazione ufficiale, non si può dire nulla. Del resto, se dovremo convivere con il virus, non si può pensare di tenere chiuso per sempre.
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