Sesta parte

Alla corte di poeti e scrittori: Gadda, Sbarbaro e Collodi

Con Carlo Emilio Gadda tra la Brianza e la Valle Camonica, nella Genova di Camillo Sbarbaro e a Collodi tra i personaggi di Pinocchio.

Alla corte di poeti e scrittori: Gadda, Sbarbaro e Collodi
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Insieme a loro abbiamo viaggiato con la fantasia, leggendone le poesie, i racconti, i romanzi. Ora vi proponiamo di seguirne, in un certo senso, le orme: visitando i luoghi dove sono passati o quelli dove hanno ambientato i loro scritti. Un’immersione nelle loro storie, tra realtà e fantasia.

La Brianza, la Valle Camonica e la Milano di Gadda

"Le ‘Ferrovie Nord Milano’... disservivano la cara ed avita Brianza: formidabili di potenti puf-puf arrivavano a Erba in due ore, e quel viaggio era un sogno d’una notte di mezza estate…"

Così, in un frammento di “Villa in Brianza”, Carlo Emilio Gadda descrive uno dei suoi tanti viaggi a Erba, da dove poi raggiungeva la villa paterna di Longone al Segrino che frequentava negli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso e che lui, sprezzantemente, definiva “fottuta villa di campagna”. Insomma, non si può dire che Gadda amasse la Brianza anche se in diversi suoi scritti, a cominciare da “La cognizione del dolore”, queste terre riecheggino in modo significativo. In ogni caso, vi invitiamo a raggiungere il Lago del Segrino: val la pena fare una passeggiata lungo il percorso protetto di circa 5 km che lo circonda, soprattutto alle prime luci dell’alba.

Il Lago del Segrino

Facciamo un salto nel tempo e nello spazio e ci spostiamo in Valle Camonica all’inizio della prima Guerra Mondiale. Carlo Emilio Gadda, allora studente di ingegneria, approdò qui il 18 agosto 1915 come allievo ufficiale del 5° Alpini e trascorse alcuni mesi tra Edolo e Ponte di Legno. Fu tra queste montagne che mosse i suoi primi passi come scrittore redigendo un diario confluito nel “Giornale di guerra e prigionia”, il suo primo libro pubblicato poi nel 1955. Oggi, tra Sonico e Ponte di Legno, è possibile seguire un percorso letterario realizzato una decina di anni fa che, attraverso i suoi 44 cartelli, racconta del rapporto tra Gadda e queste terre.
E poi, naturalmente, c’è Milano, la sua “svergolata Milano” con cui ebbe un rapporto di odio-amore. Sono tanti i luoghi che vengono richiamati nei suoi scritti o che lui frequentò assiduamente. Si potrebbe partire dalla Biblioteca Trivulziana, che custodisce la più cospicua raccolta delle testimonianze letterarie e biografiche dello scrittore, per poi passare al Museo della Scienza e della Tecnica, luogo ideale per scoprire il “Gadda ingegnere”, alla Triennale di Milano che lo vide importante critico delle sue prime esposizioni. Ma anche la Società Umanitaria, dove Gadda ambientò una parte della “Meccanica” che racconta la storia di Luigi Pessina, un operaio socialista malato, e il Teatro Studio, l’ex Fossati dove si esibiva l’Adalgisa.

La Triennale a Milano

Camillo Sbarbaro a Pontecarrega

"S’ingannarono i miei occhi quella sera o Pontecarrega è in mattone. La stagione arruginiva il cono cui la borgata s’inerpica, pezzato di vigne…"

È l’inizio di “Tramonto a Ponte Carrega”, contenuta in “Trucioli”, una prosa di Camillo Sbarbaro dei primi anni ‘20 del secolo scorso, che è alla base di un itinerario che vi proponiamo e che prende il via proprio da questo monumentale ponte in pietra a sei campate, risalente al XVIII secolo, che attraversa il torrente Bisagno, nel quartiere genovese di Molassana. Dal ponte si sale attraversando l’antica borgata di Ponte Carrega circondata da colline un tempo tappezzate di vigne, come scriveva Sbarbaro: «il cono cui la borgata s’inerpica, pezzato di vigne». Percorsi alcuni tratti di una mulattiera acciottolata si arriva al sagrato della Chiesa di Montesignano dedicata a San Michele Arcangelo, caratterizzato ancora oggi dall’antico mosaico acciottolato, uno dei più belli della Val Bisagno. E qui troviamo una delle “querce del sagrato” della prosa di Sbarbaro, con oltre 300 anni di vita. La chiesa è visitabile solo su richiesta alla parrocchia e al suo interno si conservano opere della scuola genovese del Seicento e, soprattutto, una grande pala d’altare del pittore fiammingo Cornelis De Wael di cui ricordiamo il bellissimo dipinto “Visitare gli infermi”, raffigurante l’atrio dell’ospedale di Pammatone di Genova durante la “festa del Perdono” e oggi conservato a Palazzo Bianco del capoluogo ligure.

Il ponte Carrega a Genova

Proseguiamo, poi, verso la borgata in località Terpi risalendo l’omonima mattonata fino alla Villa Durazzo-Grimaldi-Chiarella oggi ristrutturata e divisa in appartamenti privati. Concludiamo questa passeggiata alla maniera di Sbarbaro, cioè tornando in basso e fermandoci a bere qualcosa a una delle tante osterie di Pontecarrega: «Al ritorno, esprimeva l’ultima luce la vetrata limone dei “Paolotti”». L’antica osteria è ancora riconoscibile anche se ha cambiato nome: da osteria dei “Paolotti” a trattoria “al Ciclamino”.

Nel Parco di Pinocchio a Collodi

"C’era una volta… - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. - No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno..."

Credo che tutti, ma proprio tutti, abbiano riconosciuto l’inizio de “Le avventure di Pinocchio”, il capolavoro per ragazzi, e non solo, di Carlo Lorenzini, in arte Collodi. Ed è proprio in questo paesino della Toscana, Collodi, vicino a Pescia, che vogliamo andare per scoprire il parco dedicato a questo straordinario personaggio della letteratura per ragazzi. Già nella piazza principale troverete un Pinocchio di legno, alto 15 metri.
Ma è nel vicino Parco di Pinocchio che avrete modo di immergervi nella dimensione fiabesca e ripercorrere le avventure del celebre burattino di legno: dalla sua nascita all’incontro col Gatto e la Volpe fino al Paese dei Balocchi e alla Balena. Con l’opportunità di ammirare vere e proprie opere d’arte come il monumento “Pinocchio e la Fata” di Emilio Greco e la Piazzetta dei Mosaici dell’artista Venturino Venturi, all’inizio del percorso, le sculture di Pietro Consagra, come il Gatto e la Volpe, i due avidi furfanti da cui Pinocchio viene raggirato, o ancora il Grande Pescecane di Marco Zanuso.

Il Grande Pescecane di Marco Zanuso nel Parco di Pinocchio

A fianco del Parco di Pinocchio vi invitiamo a visitare lo straordinario spettacolo della natura offerto dal Giardino di Villa Garzoni (nella foto in alto), conosciuto in tutta la Toscana già durante il Seicento, reso ancor più piacevole da giochi d’acqua, cascate e fontane. Da non perdere il Labirinto, soprattutto per i fidanzati visto che percorrerlo sembra assicuri il matrimonio e una lunga durata della storia d’amore; ma anche il Teatro di Verzura, il Viale dei Poveri, affiancato da figure pittoresche, e il caratteristico padiglione dei Bagnetti che offre vasche di ogni genere e forma, ed ogni spazio è congegnato per essere invisibile a tutti gli altri. Emozionante, poi, la Casa delle Farfalle, un favoloso scrigno di cristallo che ospita un giardino animato dal volteggiare di centinaia di coloratissime farfalle originarie delle zone tropicali o equatoriale libere di volare tra piante, fiori e frutti.
Infine, vale la pena visitare la parte alta del borgo di Collodi, che ha mantenuto intatta l’atmosfera medievale e in cui è piacevole perdersi tra stradine e scalinate fino ad arrivare alla cima dove si trova la Chiesa di San Bartolomeo, protettore della città dalla peste del 1600.

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