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Tamponi rapidi dal medico di base in Veneto, due sindacati non firmano l'accordo

I dottori non potranno rifutare: questo il pomo della discordia.

Tamponi rapidi dal medico di base in Veneto, due sindacati non firmano l'accordo
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C'è l'ok all'accordo che stabilisce (si tratta di un'imposizione, non è previsto il rifiuto), per tutta la durata dell'emergenza sanitaria, che i medici di famiglia dovranno integrare tra i loro compiti anche l'effettuazione dei tamponi rapidi. Ma i sindacati si dividono, proprio sul nodo principale, quello di rendere o meno l'attività su base volontaria.

Medici di base, c'è chi dice no

Su questa posizione si sono trincerate le sigle sindacali Snami e Smi, che hanno poi deciso di non firmare il documento. Mentre è diverso il caso per Cisl Medici, Fp Cgil Medici, Simet e Sumai che hanno siglato l'accordo all'ultimo. Alla fine, a sottoscrivere l'accordo sono stati la Fimmg e, come si diceva, Intesa sindacale.

"La voce forte dello Snami è arrivata sulla volontarietà dell’esecuzione dei tamponi antigenici veloci su cui abbiamo mantenuto la ferma la nostra posizione come pregiudiziale insuperabile per la firma dell’accordo - hanno scritto - Per noi non è possibile che ci sia una costrizione per una serie innumerevole di motivi che abbiamo chiaramente indicato:grandi pressioni sul comparto in questo momento di emergenza covid con un aumento esponenziale dei carichi di lavoro non più sopportabile, la inidoneità della maggior parte degli studi all’effettuazione di una prestazione laboratoristica a rischio".

 

Il Veneto ha precorso i tempi

Tempo un paio di settimane, dunque, e si parte in tutta Italia. L'accordo firmato a Roma, infatti, estende a tutta Italia quello che in Veneto era già cominciato con 700 camici bianchi su un totale di 3mila. Ma la situazione è tutt'altro che risolta. E si preannunciano scontri. Perché proprio le sigle che hanno rifiutato di firmare il documento hanno lanciato alcuni allarmi: Snami per esempio ha chiesto che venisse eliminato il nodo dell'obbligatorietà, e ha puntato il dito su molte criticità.

Le principali problematiche evidenziate dai sindacati

Come il numero insufficiente di tamponi dati da Roma, un aspetto che rendebbe, secondo loro, la misura solo di facciata. E poi c'è preoccupazione sulle forniture di dispositivi di sicurezza, fino a questo momento arrivate ma con il contagocce. Malumori anche in Fimmg.

Chi si rifiuta di fare tamponi rapidi?

Il documento, in questo senso, parla chiaro. Chi decide di non effettuare il test può andare incontro a sanzioni disciplinari. E su questo argomento si apre anche il capitolo delle controversie che finiscono in Tribunale.

La situazione in Veneto

Il Veneto invece ha previsto un'ulteriore spinta sull'esecuzione dei tamponi. E il sindacato sta anche dialogando con l'associazione dei comuni per individuare luoghi idonei per i medici di famiglia che non avrebbero studi adeguati per tali test.

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