Trasporti e scuola

Il Veneto mette in guardia: "Se da lunedì sarà il caos non si dia la colpa alle regioni"

Dopo Zaia anche l'assessore De Berti lancia l'allarme sulla mancanza di autobus se si tornerà alla didattica in presenza al 100%: "Governo ci ripensi".

Il Veneto mette in guardia: "Se da lunedì sarà il caos non si dia la colpa alle regioni"
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Dopo Zaia, arrivano le dure parole dell'assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, sul nodo mobilità legato al ritorno della didattica in presenza al 100% previsto da lunedì prossimo: "Poi non si dia la colpa alle regioni".

Il Veneto mette in guardia su trasporti e scuola

Non le ha di certo mandate a dire l'assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti. In merito alle annunciate difficoltà nel gestire l'imminente (da lunedì prossimo) ritorno alla didattica in presenza al 100%, specialmente proprio sul fronte della mobilità degli studenti - difficoltà peraltro già ben evidenziate ieri, lunedì 19 aprile 2021, dal presidente della Regione, Luca Zaia - la vicepresidente del Veneto si è così espressa davanti alle telecamere della Rai:

"Mi auguro che ci sia un ripensamento da parte del Governo, perché se poi da lunedì sarà il caos non si dica che è colpa delle regioni", ha esordito De Berti.

Che ha poi definito "inapplicabile" e tecnicamente insostenibile gestire un flusso così ampio di studenti tutti in una volta per il trasporto pubblico locale, dovendo naturalmente rispettare tutta le norme e le relative restrizioni anti Covid. Tradotto: raddoppiare il numero di ragazzi da portare nelle scuole, mantenendo però il regime di metà capienza dei bus non è fattibile.

Il Veneto mette in guardia: "Se da lunedì sarà il caos non si dia la colpa alle regioni"

Una sorta di "disastro annunciato" perché servirebbero un migliaio di mezzi di trasporto in più da reperire in una settimana.

"Ma ammettiamo anche si riuscissero a trovare per miracolo, gestire il flusso di entrata e uscita dalle città sarebbe davvero problematico", ha proseguito ai microfoni Rai l'assessore.

Il presidente Bettarello: "Non possiamo inventarci i bus"

Lo ha ribadito a chiare lettere anche il presidente di Atv Verona, nonché presidente di Confservizi Veneto, Massimo Bettarello:

"Ci chiedono di inventarci in una settimana dei servizi che sappiamo tutti non siamo numericamente in grado di fornire - ha sottolineato - Non so veramente come si possa fare".

Le parole di Zaia

Sulla tema scuola in presenza il Governatore Zaia ha messo in guardia ieri nel consueto punto stampa:

“So che si sta tarando l’apertura con ristoranti all’aperto o la sera ma il vero tema è che devono mettere mano sul tema delle scuole e dei trasporti. Non ci sono mezzi sul mercato abbiamo 2700 mezzi di trasporto schierati per un’apertura al 50% con la Dad e con il 50% di coefficiente di riempimento degli autobus. Servono 24mila corse al giorno alle quali abbiamo aggiunto 500 mezzi dei privati e 230 assunzioni per stuart a terra per riuscire a gestire il 50% con il coefficiente di riempimento degli autobus. Dimezzando la capienza siamo stati aiutati che la Dad è al 50% ci sono serviti 500 mezzi in più.

Portando la didattica presenza al 100% da lunedì, la norma dice che il bus deve restare riempito al 50% capite che per principio matematico bisogna raddoppiare la dotazione ma non ci sono i mezzi di trasporto. Non parlo nemmeno delle risorse economiche, non ci sono sul mercato i mezzi, non vorrei sentire martedì che i bus sono peni. La provincia di Vicenza è riuscita a fare dei contratti con dei pullman che vengono dalla Sicilia. Spero che il Governo ponga e metta mano alla vicenda, nessuno vuole chiudere la scuola, corriamo il rischio però con questa situazione con il 100% in aula e 50% sui mezzi di trasporto non ci sono i mezzi. Le possibili soluzioni? Lo scaglionamento di arrivo degli studenti con turni a orari sfalsati, sempre con grossi limiti oppure rendere facoltativa da parte dei genitori la scelta di far fare la Dad ai figli oppure ridurre la percentuale in presenza tipo al 75%”.

Palumbo: "Serve più flessibilità"

"Personalmente ho chiesto di inserire una maggiore flessibilità". E' l'istanza avanzata ieri durante l'ultima riunione con i funzionari del ministero dalla dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo.

"La soluzione migliore sarebbe quella di potersi organizzare autonomamente, tenendo conto dei singoli territori e delle province - ha detto la numero 1 della scuola in Veneto - Sicuramente un rientro in classe al 100% o quasi è più semplice per province come Rovigo e Belluno, Vicenza potrebbe andare verso il 75% mentre la vedo molto dura per Verona, in particolare Verona città, alcune zone del veneziano come Mestre e Dolo e per Treviso anche".

In ogni provincia infine, secondo la dirigente scolastica regionale, "andrebbe comunque privilegiato chi si sta affacciando all'esame".

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